“Pensiamo ai giovani!”. Come non dare ragione al presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, su questa sua sacrosanta affermazione? Anche a costo di penalizzare gli anziani che vedevano ormai avvicinarsi la agognata data della pensione, cancellata dall’accoppiata Draghi/Franco per la felicità dei tassatori folli del Pd. E, naturalmente, con l’accondiscendenza di un centrodestra ridotto a maggiordomo di Bonomi.
Peccato che le dichiarazioni di Confindustria siano accompagnate da una realtà che ne chiarisce il significato. Pensiamo ai giovani da sfruttare, da trasformare in precari a vita, da far lavorare 7 giorni su 7 per impedire che abbiano una vita sociale. Pensiamo ai giovani che, senza vita di relazioni esterne, avranno minori spese, nessuna tentazione e potranno essere pagati sempre meno.
Pensiamo ai giovani che dovranno subire la concorrenza al ribasso dei nuovi schiavi che Confindustria – in combutta con Sua Divinità Mario Draghi – vuole continuare a fare arrivare per far svanire ogni diritto. Pensiamo ai giovani che frequenteranno scuole sempre più scadenti sotto il profilo culturale umanistico poiché Bonomi vuole solo tecnici per le fabbriche. E pazienza se le fabbriche chiudono ed i posti di lavoro si riducono. L’importante sarà lasciare campo libero alla cancel culture per evitare ogni tentazione artistica, storica, addirittura archeologica.
Pensiamo ai giovani da condizionare per renderli tutti uguali in ogni parte del mondo, in modo tale da uniformare i consumi e standardizzare la produzione. Ai giovani che devono essere spinti a non votare per lasciare lavorare in tranquillità i tecnocrati che li renderanno sempre più poveri. Pensiamo ai giovani da far marciare come cretini dietro il pupazzo di Greta costruito da chi sfrutta l’ambiente e distrugge il pianeta.
Pensiamo, noi, ai giovani per impedire che siano loro, i giovani, a pensare.
Perché, in tal caso, si accorgerebbero che mandare in pensione genitori e nonni non ruba il futuro di chi deve iniziare a lavorare. Si accorgerebbero che se Quota 100 non ha portato ad un boom di assunzioni è solo perché le imprese non hanno investito, condizionate da una cronica taccagneria e mancanza di visione futura. Si accorgerebbero che se i più anziani vogliono andare in pensione, guadagnando molto meno, è perché la gestione del lavoro nelle aziende è peggiorata sempre più.
Ma questo, Bonomi, non lo racconta. Lui vuole pensare ai giovani in modo che tutto questo rimanga nascosto.
1 commento
I giovani di Confindustria sono gli schiavi di multinazionali che oggi comprano in svendita l’Italia e domani emigrano verso lidi migliori lasciandoli a piedi. Inutili idioti che vivono in un mondo senza emozioni, senza passioni, senza ragionamento, in un limbo perenne ipnotizzati dai social, a volte uccisi dai social. Automi. Si tratta di stonati creati da scuole livellate (a che serve studiare in collegi o università di vecchia rinomanza se ormai le scuole europee seguoo tutte lo stesso standard livellato verso il basso. Evola diceva che il comunismo livella verso il basso), ragazzi che non hanno allegria, spenti, nozionistici, incapaci di creare collegamenti logici o di mettere in discussione alcunchè, controllori di dati che vanno i tilt se non c’è combinazione degli elementi, specializzati in un minuscolo passaggio di un processo che li impiega forse in una multinazionale di passaggio ma poi non dà loro prospettive e non li ricicla. Non sanno come arrivare al traguardo, come costruire, come sopravvivere, come organizzarsi, come fare 2+2 senza la calcoltrice e se la calcolatrice è rotta e il risultato è sbagliato, la calcolatrice potrebbe comuque aver ragione. Inutili idioti per le PMI, incapaci di far lavorare i cervelli, di risolvere i piccoli problemi, spesso campati da mamma e papà oppure risucchiati dall’ultimo modello di cellulare con il 5G che spappolerà i cervelli. Li educano così da piccoli in scuole ormai pericolose che tutto sono piuttosto che scuole. Paiono il ministero della verità orwelliano, paiono sezioni del KGB, paiono istituti di rieducazione, paiono meglio non dire altro. Luoghi di destrutturazione del cervello, dove da piccoli guardano video di tutte le materie, passivamente, dove compilano prove invalsi, che in italiano significa qualcosa, ma in sigla mostra la deriva totalitaria e controllante in cui siamo (e qui va detto) invalsi da tempo. Praticamente largo a quali giovani? Un ragazzo senza intraprendenza, voglia di sperimentare, di vivere, di progettare, senza curiosità, senza iniziativa, morto, spento, triste, letargico, nozionistico, chi lo piglia a lavorare? E’ difficile fargli fare persino la lavastoviglie in casa. Poi senti dire che hanno la laurea, quella che ai miei tempi non era nemmeno la licenza elementare. Bonomi… che ne sa delle aziende italiane? che ne sa dell’industria? Lui risponde ad altri. Così come ad altri padroni rispondono gli ordini professionali che, al contrario di alcune associazioni professionali tedesche e inglesi che si sono schierate coi portuali italiani, lasciano calpestare i diritti fondamentali degli iscritti, dei lavoratori dei cittadini adeguandosi al passaporto italico di draghiana invenzione, mentre le proteste agitano non solo le piazze e il mondo del lavoro, ma l’Europa. Un tale esoterista ricordava che quel che succede sopra succede sotto… draghi, dragone e figliuolo e al Quirinale la porta di Rodin nella stessa città del seggio di Pietro.