Il Centro Studi di Confindustria stima che i rapporti commerciali tra Italia e Russia valgano un giro d’affari da 20 miliardi di euro. In Russia ci sono circa 500 aziende italiane che operano nei settori della produzione di energia, petrolio, gas, chimica, trasporti, alta tecnologia, agricoltura, banche e assicurazioni. Le sanzioni imposte alla Russia, in Italia danneggerebbero con serie ripercussioni le aziende che esportano 7 miliardi di merce l’anno verso Mosca e le altre che importano dalla Russia beni per 13 miliardi di euro.
Su Twitter il presidente della Duma (la camera bassa del parlamento russo) Vyacheslav Volodin, afferma: “La Russia dovrebbe rispondere in modo simmetrico al congelamento dei beni russi da parte di ‘nazioni non amiche’, confiscando i loro beni che si trovano in Russia, ovvero le aziende”. Volodin ha elogiato la decisione del colosso energetico russo Gazprom, che ha dichiarato di aver interrotto le forniture di gas sia alla Bulgaria sia alla Polonia dopo che entrambi i Paesi si sono rifiutati di iniziare a pagare in rubli. “La stessa cosa deve essere fatta con gli altri Paesi che ci sono ostili”, ha dichiarato sul suo canale Telegram. Proprio per questo sempre più Paesi stanno accettando la richiesta russa di pagare il gas in rubli. Se l’Unione Europea intende fare a meno del gas russo, non c’è motivo per non interrompere subito le forniture, anziché aspettare sette anni.
Volodin puntualizza che sequestrare yacht e ville agli oligarchi russi, non abbia danneggiato l’economia russa. Vi dovrà essere da parte della Russia una risposta ferma e decisa. “A questo proposito, è corretto, in relazione a un’impresa situata nel territorio della Federazione Russa i cui proprietari provengono da paesi ostili in cui vengono prese simili decisioni, rispondere con misure speculari: confiscare questi beni”, conclude il presidente della Duma, “e il ricavato della vendita sarà destinato allo sviluppo del nostro Paese”.
Alcuni giorni fa era stato lo stesso presidente russo Vladimir Putin a rassicurare sulla tenuta del sistema economico russo nonostante le sanzioni, descrivendo come «un fallimento» i tentativi dell’Occidente di punire la Russia. «Le stesse sanzioni stanno al contrario già provocando un declino negli standard di vita nei Paesi europei e non da noi», ha detto, ribadendo come la situazione economica della Russia “si stia stabilizzando”. Ed ora Mosca potrebbe rispondere alla legge approvata dalla Camera dei Rappresentanti Usa, che consente il trasferimento all’Ucraina dei beni sequestrati alle imprese russe, con la confisca e la vendita delle attività sul territorio russo delle aziende provenienti da “Paesi non amici” come le nazioni baltiche, la Polonia e gli stessi Stati Uniti.