“Congruo” è un termine che non piace al circolo della Garbatella. Forse perché è una parola difficile e Biden non gliel’ha ancora spiegata. Così il governo della destra fluida e non più sociale ha deciso di eliminare il concetto di “congruo” legato al lavoro che si offre ai percettori di reddito di cittadinanza. E pure agli altri disoccupati. Giusto, l’Italia americana mica deve copiare dai nordeuropei che le politiche attive del lavoro le hanno avviate da tempo. E che le fanno funzionare anche sulla base della congruità.
Noi no, noi. Dunque un ingegnere disoccupato di Canicattì sarà obbligato ad accettare un lavoro da lavapiatti a Codroipo. E peggio per lui se, con la retribuzione da lavapiatti, non potrà permettersi di pagare un affitto, di avere un’auto, di crearsi una famiglia. Si arrangi e dimostri buona volontà. Perché, ovviamente, al circolo della Garbatella mica si sono preoccupati di imporre un salario minimo orario. Si deve accettare tutto, senza fiatare.
Hai 60 anni e qualche acciacco? Lasci moglie, figli, nipoti, amici e conoscenti e ti trasferisci a centinaia di km di distanza per fare il manovale in un cantiere edile anche se hai un master in fisica. Buona volontà ci vuole.
È curioso che ad imporre questo modello lavorativo in stile yankee sia un governo che giura di voler tutelare la famiglia. Un governo di spergiuri, evidentemente. Perché le famiglie non si tutelano spaccandole. Le comunità non si tutelano cancellando rapporti di parentela e di amicizia. “Le radici profonde non gelano”: lo slogan campeggia sempre alle spalle di chi, oggi, si impegna a troncare le radici delle famiglie più fragili. Di chi vuole distruggere i piccoli paesi favorendo una nuova emigrazione. Non solo interna. Perché tra far comunque la fame a centinaia di km da casa o guadagnare di più andando all’estero, la scelta diventerà obbligata.
Ma anche l’altro slogan, quello sul “merito”, viene cancellato insieme a “congruo”. Perché non riconoscendo gli studi e le esperienze precedenti come base per un lavoro obbligatorio, si cancellano qualità e competenze. Si buttano nel cesso i soldi pubblici sprecati per portare un giovane alla laurea o al diploma. Un ingegnere obbligato a lavare i piatti significa, per i soldi dei contribuenti italiani, uno spreco di circa 150mila euro. E rappresenta anche un invito a regalare questi soldi ad un Paese dove l’ingegnere italiano andrà a lavorare per non fare la fame.