Contagion, il film che nel 2011 ha raccontato di un virus letale che passa dai pipistrelli ai maiali macellati e infine agli esseri umani nei ristoranti della Cina, ha previsto la pandemia da Covid-19 con impressionante precisione.
Il cast di Contagion
Fanno parte del cast i migliori attori americani Jude Law, Matt Damon, Kate Winslet, Marion Cotillard e Gwynet Paltrow. Ed è propria la nota attrice Gwynet Paltrow, poche settimane fa su Instagram, a scrivere “Ho già vissuto questo film” postando ironicamente una propria foto personale con la mascherina. Guardando con attenzione il suo film del 2011 “Contagion” del regista Steven Soderbergh, nessuno può darle torto. L’attrice in Contagion interpreta la paziente zero, che muore 48 ore dopo aver contratto il virus, chiamato Mev-1, nella città di Hong Kong. Nel film sono presenti tante analogie con la pandemia da coronavirus.
Da dove parte l’idea di Contagion
Lo sceneggiatore di Contagion, Scott Z.Burns, intervistato per capire come abbia fatto a prevedere una pandemia analoga a quella attuale, ha affermato che già all’epoca gli scienziati intuivano che potesse generarsi una situazione molto simile a quella odierna. L’unica differenza con il virus attuale è che l’agente patogeno nel film non è un coronavirus ma un paramyxovirus, e il suo tasso di mortalità è più alto del Covid-19. Grazie alla collaborazione con il virologo Ian Lipkin l’origine del virus e il modo in cui si trasmette sono sorprendentemente simili a ciò che vediamo oggi. La produzione, per rendere il film più verosimile possibile, ha collaborato con il Center for Disease Control and Prevention, organo di controllo della sanità pubblica degli Stati Uniti.
È lo stesso sceneggiatore, in una recente conferenza stampa a Los Angeles, a spiegare la grande attinenza del film con la grave situazione attuale: “Ricordo di avere pensato di volere fare un film sulla pandemia, ma che fosse guidato dalle scoperte scientifiche più recenti. E volevo che si svolgesse in un mondo improntato sulla globalizzazione, i viaggi, e con una grande disparità economica”.
L’avvertimento di Lipkin, virologo di Contagion
Il virologo che ha collaborato alla stesura del film, Jan Lipkin, ci tiene ad avvertirci: “Questa non è la prima pandemia e non sarà l’ultima, non sono neanche certo se sarà la peggiore. È qualcosa che potremo anticipare: ci battiamo da tempo per poter sviluppare un sistema immunitario internazionale che ci consenta di individuare questi agenti patogeni prima che si trasmettano alla comunità umana. Se si guarda alla frequenza di queste epidemie, a me sembra che stiano aumentando, e ce le potremo aspettare ogni tre o cinque anni”.
In Contagion, la compagnia americana che abbatteva gli alberi fu il motivo della migrazione dei pipistrelli. Spesso è infatti il colonialismo industriale ad aggredire questi luoghi selvaggi in paesi poveri. Nel nostro caso l’epidemia da coronavirus si attribuisce alla predilezione della carne degli animali selvatici nei wet market e della carenza di igiene con cui vengono gestiti.
Le analogie fra il film Contagion e la pandemia
Tante sono le analogie con la pandemia che stiamo vivendo. Il successo del film è eclatante perché riproduce fedelmente quanto finora sostenuto dagli scienziati di tutto il mondo. Contagion di recente ha scalato le classifiche e dalla 270esima posizione si è ritrovato alla settima posizione su iTunes. Questo è avvenuto a marzo quando si è diffusa la notizia che la sua sceneggiatura era identica alla nostra situazione virologica globale. Il grande successo è stato decretato dal fatto che il flusso recente di notizie reali sembrava riprodurre la sceneggiatura del film.
Purtroppo nella realtà non disponiamo di una tecnologia avanzata come in Contagion per contenere l’epidemia. Siamo ancora in attesa di un vaccino e la nostra risposta al virus fino ad allora sarà limitata. Dovremo affidarci ai test, ai tracciamenti attraverso le persone che sono venute a contatto con individui infetti e limitarci all’isolamento.
Il film serve soprattutto a farci riflettere che noi esseri umani stiamo sempre più invadendo gli spazi degli animali. Questo ci fa entrare sempre più in contatto con i loro virus. È soprattutto la predilezione dei cinesi per la carne di animali selvatici ad aver causato la maggior parte dei problemi circa le ultime influenze. Il film ci insegna che il rispetto per l’ambiente e l’attenzione per l’igiene da adesso in poi non potranno più essere trascurati per il futuro.
È sicuro che finché non disporremo di un vaccino non potremo tornare ad esperienze che comportano assembramenti. Ma è certo che la Fase 2 nella lotta al coronavirus può rappresentare un’occasione per ripartire all’insegna del rispetto per l’ambiente.