I sondaggi sono quella roba strana che aveva pronosticato un successo stratosferico per il grigiocrate Monti, poi massacrato con un modesto 8%. Ed ora i sondaggisti assicurano che il Movimento 5 Stelle, ormai al lumicino, con l’arrivo del lìder minimo diventa il primo partito italiano, distruggendo il Pd ma andando a rubare voti anche a Lega, Fdi, Fi. Tutto è possibile, ovviamente. Poco credibile, ma possibile.

Se, per una volta, i sondaggi raccontassero la realtà, tutti i partiti dovrebbero porsi qualche domanda. Perché se gli elettori premiano il peggior governo dall’unità italiana, significa che gli altri partiti, tutti gli altri, hanno sbagliato qualcosa. Praticamente tutto. Vuol dire che non hanno idee, proposte, progetti. E che non sanno comunicare. Che cosa dovrebbero comunicare, non è chiaro.
Hanno rinunciato alle ideologie, perché sembravano superate. E non le hanno sostituite con nulla. Hanno rinunciato a nuovi progetti, perché era troppo faticoso studiare la realtà e poi proporre soluzioni. Hanno rinunciato a selezionare una classe dirigente almeno decente perché c’erano da piazzare parenti ed amici sfigati, visto che quelli bravi si arrangiavano da soli.
Così un banale avvocato che ha provocato un disastro totale, viene premiato dai sondaggi manco fosse il salvatore della patria.
Non è un premio al lìder minimo, è uno sganassone assestato a tutti gli altri. Che, evidentemente, non hanno credibilità, non suscitano interesse, non rappresentano nulla al di là di slogan presto cambiati e presto dimenticati.

Indubbiamente a favore di Conte gioca anche il servilismo vergognoso dei media che lo hanno esaltato sino a quando non si sono trasformati in zerbini di Sua Divinità. Ma mesi e mesi di piedi leccati sono serviti a costruire il personaggio. Mentre, secondo i sondaggi, anche i 5 Stelle snobberebbero Di Battista con un consenso ridotto al 2%. È vero che diventa difficile conquistare consensi dopo aver chiarito di non volere presentarsi, ma i sondaggisti se ne fregano.
Più significativa la perdita di consensi dei tre partiti di centrodestra a favore di Conte. Perché significa che l’elettore è confuso, non ha il benché minimo senso di appartenenza, non sa perché si sposta da uno schieramento all’altro. Le idee non contano, soprattutto se non si sanno condividerle. Contano di più gli influencer in una politica che è solo scena e che non ha sostanza.