Ha ragione Amleto, e noi non siamo Orazio, e dalla sua filosofia limitata al cielo e alla terra estrapoliamo quanto ci serve per parlare di geopolitica. Anzi, più precisamente, di ciò che sta dietro al concetto di geopolitica, per sistemare un po’ gli accusatori di complottismo e di negazionismo nei nostri confronti.
Ormai le strategie di controllo delle nazioni, basate su interventi militari o su antiquati embarghi, sono passate di moda e di efficacia per due motivi essenziali: perché lo spazio si è dilatato, passando dal globo terracqueo a quello spaziale, e perché i destini definiti dalla globalizzazione non permettono più nessuna neutralità.
È in atto un conflitto mondiale per la conquista di tre fondamentali obiettivi: le fonti energetiche, i piani tecnologici, le risorse naturali. Per raggiungere dei risultati soddisfacenti, gli Stati più potenti non hanno bisogno di occupare i territori e le nazioni, basta piegarle dal punto di vista economico e ricattarle da quello alimentare.
Qui non c’è alcun complotto da scoprire o da inventare. Siamo semplicemente di fronte ad una strategia liberal-capitalista che ha come agente tattico l’economia, e come supporto psicologico la manipolazione mediatica.
Il Covid, sfuggito dalla Cina che ha colpevolmente coperto la sua fuga, è stato utilizzato con abile cinismo da alcuni poteri per resettare l’economia mondiale e riorganizzare le potenze finanziarie, attraverso nuovi controlli strategici e diverse logistiche di intervento.
Poteri forti, poi, che padroneggiano la finanzia transnazionale e che sono sempre gli stessi: i Rothschild, in primo piano, poi la dinastia saudita, le famiglie americane degli Walton, dei Koch e dei Mars: oligarchie che passano dalle organizzazioni non governative al controllo agro-alimentare. E chi afferma questo non è un esaltato politicante non conformista, ma Pedro Baños, ex comandante del controspionaggio dell’Unione Europea.
Se si analizzano gli eventi di quest’anno, legati alla farsa epidemiologica, si dà un senso al terrorismo mediatico, alla contraffazione dei dati, alla falsificazione dei video, alle imposizioni sanitarie, alle restrizioni personali, alle repressioni poliziesche, alle quarantene preventive, alle liquidazioni commerciali, all’affossamento degli Stati.
“Viviamo nella società dell’informazione, eppure manca l’interesse a conoscere o a cogliere le reali implicazioni di ciò che accade davvero”, sottolinea Baños, confermando l’avvertimento di Disraeli (1844) sui concreti personaggi nascosti che operano dietro alle quinte della politica ufficiale, e il proclama di Paul Warburg (1950) sul governo mondiale che avverrà comunque, o con il consenso o con la forza.
Così è, anche se non vi pare.