Michetti & Matone. Accipicchia che coppia per guidare Roma! La montagna del centrodestra ha finalmente partorito il topolino, anzi il ticket di topolini. Con la speranza che arrivi Vittorio Sgarbi, ipotetico assessore alla Cultura, per rivitalizzare un ambiente che non si è proprio entusiasmato all’annuncio della candidatura di Michetti per la poltrona di sindaco e di Matone come sua vice.
Le reazioni sono state perfette per uno studio politico e sociale di quell’area, vasta, che vorrebbe votare a destra ma che, immancabilmente, si ritrova respinta dalle scelte di vertici totalmente indifferenti ai sentimenti dei sudditi. Così, da un lato, il gruppo “intellettuale” si è diviso tra chi si è indignato per la designazione di Michetti & Matone e chi ha ironizzato sull’indignazione “perché la destra è morta da tempo e qualcuno non se n’era accorto”.
Sul fronte opposto si sono indignati i militanti duri e puri, offesi per candidature che nulla hanno a che fare con la passione politica, con la comunanza di ideali, con la condivisione di un progetto umano.

E poi sono comparsi i “fedeli alla linea”. Quelli che se ne fregano di quale sia la linea, ma loro restano fedeli ugualmente. Se il capo ordina, loro ubbidiscono. Assomigliano molto ai compagni trinariciuti del Candido di Giovannino Guareschi. “Contrordine camerati!”, e loro fanno marcia indietro, rinnegano ciò che avevano sostenuto sino ad un minuto prima.
D’altronde se la Garbatella chiama, il fedele alla linea risponde. Non si può mica far vincere Gualtieri o Calenda, figurarsi la Raggi, solo perché l’accoppiata scelta dalla destra non ha nulla a che fare con la destra. Pancia a terra e lavorare. Perché le chiacchiere stanno a zero, e se i candidati sono modesti, pazienza. Tanto nessuno sogna più di fare la rivoluzione. E Roma non tornerà ad essere Caput Mundi, ma forse avrà tombini più efficienti. In fondo è solo questione di sapersi accontentare.

I fedeli alla linea romani si sono adattati, la prossima settimana toccherà a quelli milanesi scoprire quale sarà il candidato perdente nella sfida contro Sala.
Non uno, da Roma a Milano, che si chieda perché nelle due principali città italiane le destre non siano riuscite a far crescere politici capaci e credibili. Non uno che si chieda perché le destre non siano state in grado di affascinare esponenti della società civile di livello medio alto. Giusto così: i fedeli alla linea non si pongono domande.