Oltre 400.000 morti all’anno, il 67% bambini. Ma per il nuovo guru della gauche débâcle e ambientalista, Mario Tozzi, dobbiamo imparare a convivere con le zanzare portatrici di malaria, evitando di ricorrere a prodotti chimici o, addirittura, al crimine ambientale rappresentato dalle bonifiche fasciste delle democratiche paludi pontine. Gli africani seguono da sempre i consigli del geologo trasformato in medico – ora si attendono le sue illuminazioni sul Covid.. – e per questo il 95% dei decessi è concentrato nel Continente Nero. Non è proprio una grande ed apprezzata convivenza..
Ma, in fondo, a Tozzi ed a RAI 3 poco importava della malaria. E pure della bonifica in sé. L’importante era demolire uno dei vanti del fascismo. Anche a costo di imbrogliare un po’ le carte. Perché prima parte l’atto di accusa contro il più grande crimine commesso in Europa contro le foreste, paragonabile alla distruzione dell’ Amazzonia (peccato che gli sfruttatori italiani fossero coloni con il diritto a pochi ettari di terreno bonificato), poi si precisa che la bonifica fascista è stata un bluff poiché la stragrande maggioranza delle opere era stata realizzata in precedenza. Salvo, infine, arrampicarci sugli specchi per spiegare la nascita, in epoca fascista, delle “città di fondazione” e dei borghi connessi.
Il miracolo tozziano, però, è aver trasformato il pugno di uomini e donne che sopravvivevano alla meno peggio nelle paludi, con una economia famigliare basata su caccia e pesca, in una popolazione con solide basi economiche.
Al di là del livore politico, il geologo tuttologo rappresenta perfettamente il nuovo corso dell’ambientalismo anti umano. È vero, la Terra sopravviverebbe e sopravviverà alla scomparsa degli umani mentre gli umani non possono sopravvivere senza Terra, al di là dei sogni marziani degli oligarchi atlantisti. Ed è chiarissimo il disegno degli stessi oligarchi di ridurre drasticamente la popolazione, magari attraverso una bella guerra atomica limitata al continente euroasiatico.
Però non tutti hanno questo grande desiderio di far parte degli estinti. E poco importa se, per far contenti Tozzi e gli oligarchi, si deve crepare per atomiche o per le più naturali zanzare.
Anche sul concetto di bellezza tozziana ci sarebbe molto da discutere. È verissimo che la Natura offre spettacoli meravigliosi che non dovrebbero essere danneggiati. Ma non per questo si deve obbligare l’umanità a sopravvivere in capanne non riscaldate. Dove, peraltro, si campava con cacciagione e pesca, un orrore per gli animalisti. Ma senza bonifica non si poteva coltivare.. Perché una cosa è scempiare le vette delle montagne in nome del diritto democratico di arrivare in cima senza sforzo e senza alcuna conquista, altra cosa è garantire ad un popolo il diritto a vivere decentemente del proprio lavoro.
È stato infine divertente il siparietto tozziano su Sabaudia, una delle città di fondazione. Prima l’indignazione per l’impianto urbanistico, senza curve e giravolte (mai vista l’immagine di una città romana? Mai accorto che anche le città a pianta circolare non hanno nulla di naturale?), a dimostrazione dell’arroganza umana e fascista che ha sconfitto la Natura. Poi l’ammissione che arrivano da tutto il mondo ad ammirare queste città. Curiosamente non arriva mai nessuno ad ammirare le meraviglie delle democratiche periferie italiane. Ma Tozzi non si è chiesto perché..