Ovviamente l’Italia continua a non essere protagonista sulla scena politica internazionale però riesce finalmente a zigzagare in maniera intelligente e proficua tra gli attori principali.
E rispetto all’era di Gentiloni ed Alfano pare già un miracolo. Così, all’improvviso, il nemico Haftar si è trasformato in un caro amico. Mentre il casinista Macron viene clamorosamente ridimensionato.
Nella geopolitica non si può mai dare nulla per scontato e chissà cosa decideranno domani Haftar e Sarraj ma, nel frattempo, possiamo goderci il momento dello schiaffo a Macron.
Ma perché Haftar ha smesso di seguire le indicazioni dell’Eliseo?
Perché sono arrivate segnalazioni opposte dall’Egitto. E perché l’Egitto ha deciso di sostenere l’Italia in questa vicenda nonostante le polemiche sul caso Regeni? Perché al Cairo sono arrivate le indicazioni di Mosca. Dunque, almeno in questa fase, il sostegno alla Russia manifestato dall’Italia si è rivelato vincente.
In realtà è stata soprattutto la strategia arrogante e presuntuosa di Macron a rivelarsi perdente. Non tanto in Libia, dove sia Parigi sia Mosca sono schierate con Haftar e la Cirenaica, ma in Siria. Le minacce dell’Eliseo su un possibile intervento punitivo francese contro il governo di Damasco, nell’eventualità dell’ennesimo falso attacco con inesistenti armi chimiche, ha irritato non poco Putin che sta sostenendo Assad, insieme all’Iran, nella riconquista degli ultimi territori dove si sono asserragliati i terroristi.
Con Putin e Lavrov la Russia si è abituata a rispondere sul campo alle minacce verbali di piccoli arroganti come Macron. Così mentre Parigi discettava di rappresaglie in Siria, l’Italia poteva riaprire il dialogo con Haftar e la Cirenaica. In cambio di denaro, sia chiaro.
Il generale vuole risorse finanziarie per addestrare le tribù sue alleate, quelle in grado di frenare i flussi migratori in arrivo dalla fascia sub sahariana. Senza neppure il bisogno di far intervenire le motovedette per intercettare i barconi degli schiavisti.
L’Italia pagherebbe Haftar e le tribù e risparmierebbe i soldi per l’accoglienza o le polemiche ipocrite dell’Onu per eventuali respingimenti. Inoltre ci sarebbero spazi per le nostre aziende, quegli stessi spazi che Macron voleva garantire esclusivamente alle imprese francesi.
Si tratta solo di fare in fretta per portare a casa i risultati, prima che la Siria chiuda i conti con i terroristi e Macron si scusi con Mosca.