Sembra proprio che il centrodestra nostrano abbia la particolare predisposizione a farsi del male con le sue proprie mani.
Proprio nel momento in cui i sondaggi pronosticano il raggiungimento della fatidica soglia del 50% nelle preferenze degli elettori, giovedì scorso si è verificata l’ennesima spaccatura.
I fatti sono noti. Dopo che Matteo Salvini aveva convocato a Roma il vertice dei leader del centrodestra per decidere finalmente le candidature a sindaco nelle principali città, è stato costretto a rinviare riunione e decisioni alla prossima settimana.
Il motivo? La nascita di “Coraggio Italia”, la nuova formazione politica che conta già 24 deputati e 7 senatori. Il nuovo movimento, che fa capo al presidente della Regione Liguria Giovanni Toti e al sindaco di Venezia Luigi Brugnaro, vorrebbe sedersi al tavolo delle trattative insieme agli altri partiti della coalizione. Il che non va giù al coordinatore di Forza Italia Antonio Tajani, dal momento che già undici deputati di Forza Italia hanno aderito alla nuova formazione, mentre si attende che altri li seguano a breve. Per il leader forzista si tratta di “traditori” che non avrebbero il diritto di partecipare alle trattative, e comunque lui non ha nessuna intenzione di discutere con loro. Nel frattempo Meloni e Salvini non fanno commenti.
A questo si aggiunge lo sconforto nel vedere che i consensi nei confronti del partito di Berlusconi sono in caduta libera. Mentre è utopistico sperare che a breve il capo storico degli azzurri possa riprendersi dai suoi problemi di salute per tornare a fare da traino ad un partito che sembra ormai sul viale del tramonto. Per parte loro i Leghisti percepiscono il fiato sul collo del partito della Meloni che, unico schieramento nel centrodestra, continua la sua avanzata nei sondaggi e sembra ormai prossimo al sorpasso che lo porterebbe ad essere il primo partito italiano.
Se a ciò si aggiunge che le posizioni nei confronti del governo Draghi sono, come è noto a tutti, completamente differenti, ci si può facilmente rendere conto che la situazione è tutt’altro che chiara e lineare.
E pensare che mai come in questo momento, la crisi dei 5Stelle e della Sinistra metterebbe su un piatto d’argento allo schieramento del centrodestra la possibilità di spazzare via i suoi competitor politici. Proprio a partire da città importanti come Torino, Milano, Roma e Napoli, vale a dire i capoluoghi che cinque anni fa erano finiti nelle mani dei grillini e del PD.
Ma quello che sarebbe un segnale forte in prospettiva rischia di naufragare a causa di piccole liti di bottega. Perché prima o poi, si dovrà pure tornare a votare anche per decidere chi sarà chiamato a governare l’Italia. E forse, almeno per una volta, a decidere dovrebbero essere gli Italiani. Sempre che i “poteri forti”, di cui ha parlato in una recente intervista Giorgia Meloni, lo consentano.