Gnomi, folletti, elfi. Senza dimenticare i nani, naturalmente. Ma quelli veri, quelli di Biancaneve. Quelli delle fiabe. Che, nonostante il notorio caratteraccio – ben esemplificato nelle storie di Tolkien – sono, tutto sommato, simpatici. E lavorano sodo, nelle loro miniere sotterranee. Non fanno politica. Né di questa campano…
Comunque, Nani, elfi, folletti, e gnomi. I componenti più famosi del (piccolo) popolo del regno segreto della fantasia. Per inciso, ve ne sarebbero altri. Leprechauni. Brownies, goblin… ma questi sono, indiscutibilmente, meno celebri. E meno diffusi. Si trovano solo in certi paesi. In certe regioni. Mentre gli altri, quelli sopracitati, sono, in certo qual modo, figure paneurepee. Diffuse ovunque nel nostro mondo. E oltre.
Naturalmente insieme alle fate. Delle quali però non è cosa parlare qui. Siamo in atmosfera di Natale. E non è propriamente la stagione da loro preferita. Meglio la Primavera. E, soprattutto la (mezza) estate. Vedi, ovviamente, Shakespeare. Che anche su questo la sapeva lunga..
Ora, però, in pieno periodo natalizio, il problema che si pone – ed è quesito assillante – è il rapporto di nani, gnomi, folletti ed elfi con… Santa Claus.
Perché, vedete, in giro c’è molta, ma davvero molta confusione. E la colpa va, come spesso accade, addebitata agli americani. O meglio ad Hollywood e ai suoi film di Natale. Un vero diluvio tra Dicembre e Gennaio. Ogni anno, su tutti, o quasi, i canali televisi. E, ad essere sinceri, la cosa non è punto sgradevole. Dopo un anno a vedere le facce di Speranza, Burioni, Galli, per tacere di Draghi, il Vecchio Barba Bianca con le sue favole, un poco melassose,…beh è una boccata d’aria fresca. E pulita.
Però in questi film c’è parecchia confusione sugli aiutanti di Santa Claus. Dei quali, ad onor del vero, nella leggenda originaria quella che appare nei “Racconti di New York” di Washington Irving, non si fa menzione alcuna. Per non parlare, poi, dell’archetipo olandese, il buon vecchio San Nicola. Che, piuttosto, è accompagnato da una schiera di demoni. Dai quali emerge, con personalità più definita, il famoso Kampus.
Però, negli States, ad un certo punto, si sono posti il problema di come se li procuri, Santa Claus, tutti quei giocattoli. E siccome la mentalità americana è, fondamentalmente, pragmatica – non per nulla il Pragmatismo è la prima e più autentica scuola filosofica USA – hanno pensato che dovesse avere delle grandi fabbriche. E se ha delle fabbriche, deve avere anche chi ci lavora. E chi può mai lavorare per Babbo Natale? Solo degli esseri fantastici. Magici. A pensarci, uno straordinario coacervo di magia antica e spirito mercantile e industriale. Ci sarebbe da scriverci sopra una appendice a Max Weber…
“L’etica americana e l’industria del fantastico”. Oppure “Lo spirito del mercato e gli sviluppi del magico”…roba così, insomma.
Comunque a lavorare in quelle fabbriche – lavoratori senza diritti, senza riposo, senza retribuzione e, per di più felici e contenti, in buona sostanza il sogno di Monti, Draghi & co. – hanno, diciamo così, portato, anzi trascinato, figure che preesistevano da lungo tempo. Da ben prima che l’America avesse nome. E che, in leggende antiche, erano indaffarate a fare ben altro che costruire giocattoli alla catena di montaggio…
E qui inizia, però, il dubbio. O meglio l’insoluta, ad oggi, divergenza di opinioni. Perché alcuni dicono che tali operai e aiutanti siano Elfi. Presi di peso dalle saghe nordiche, dove appaiono, però, per lo più in veste di giovani, di entrambi i sessi , bellissimi. Depositari di arcani segreti, dotati di poteri magici. E valorosi guerrieri. Ma assolutamente non operosi lavoratori. E così ce li presenta il professor Tolkien. Che in tema di creature fantastiche rappresenta la Bibbia e la Treccani insieme.
Altri, con più senso pratico, parlano dei Nani. Che, nel racconto dell’Edda, sono, oltre che minatori – come i loro cugini, i Coboldi – abilissimi artigiani. In pratica tutte le armi, i gioielli, gli oggetti sacri degli Dei Norreni – quelli che risiedono in Asgard, oltre il Ponte Arcobaleno, ed attendono la battaglia finale, al crepuscolo dell’universo – li forgiano loro. I Nani. Però, mi permetto di far notare che mai, nei testi antichi, si parla di giocattoli. E, sinceramente, visto il carattere aspro dei Nani delle saghe… beh, insomma, a fare bambole e carillon non ce li vedo proprio.
Che siano gli gnomi mi sembra cosa ancora più dubbia. Perché i simpatici ometti, alti non più di una trentina di centimetri, prediligono la vita nei boschi. Dove si occupano delle piante e si prendono cura degli animali selvatici. Secondo molte testimonianze, alcune loro comunità vivrebbero anche qui da noi. In Italia, sparse fra le Alpi e, soprattutto, gli Appennini. Tuttavia li vedrei bene come pastori e stallieri delle renne. Ma non come abili giocattolari. Non ne hanno le caratteristiche. E neppure il fisico.
Restano i folletti. E questi hanno carattere giocoso e allegro. Quindi perfetti per inventare, e costruire, marchingegni capaci di far sorridere, e divertire, i bambini. Tuttavia hanno anche indole bizzosa. Sono, internamente, dispettosi. Si divertono a tessere beffe. E il Puck di Shakespeare sta lì a dimostrarlo. Scambiare la testa di un uomo addormentato con quella di un Asino sarà anche uno scherzo divertente..ma non si può certo dire che ci vada giù leggero. E che rifletta il, famoso, Spirito Natalizio.
Dunque, la questione è difficile, se non impossibile, da risolvere. Forse sarebbe necessario andare di persona a vedere. Prendere un volo, o il, famoso, Treno di Natale. Solo che non so quale tipo di Green Pass serva per un viaggio al Polo Nord ….
O, forse, non ne serve nessuno. E non ha neppure senso chiedersi chi lavori nelle Fabbriche di Babbo Natale. Nessuno può imporre leggi costrittive (e liberticide) al Regno della Fantasia. Dove tutto è possibile. Che vi siano foreste di Alberi di Natale, pupazzi di neve che fumano la pipa e conversano. Gnomi che pascolano renne volanti. Folletti che cantano Carole….
Fuga dalla realtà, dirà qualcuno. Immaginario infantile… Ma guardatevi intorno. E pensate a come state vivendo, a quello che vi hanno spinto a fare da due anni a questa parte….
Vi sembra…reale?
Per lo meno il Polo Nord di Santa Claus è un sogno felice. Questa nostra Italia, solo un brutto, e squallido, incubo.