In attesa di ripartire dal vivo negli stadi quest’estate, Cesare Cremonini si è esibito al Festival di Sanremo, scatenando tutta l’energia accumulata in questi due anni di stop ai concerti dovuti alla pandemia. “Volevo portare uno spettacolo nello spettacolo – commenta Cesare – e che ci fosse una perfetta sintonia fra la mia storia musicale e l’idea che ho della musica live. Ho voluto ricreare un grande concerto all’Ariston”.
Una storia d’amore intensa con la musica per Cremonini, un invito a seguire i propri sogni: “Ho iniziato a scrivere le mie prime canzoni da adolescente a 15 anni e a studiare pianoforte a soli sei anni. Sognavo di fare il cantante, ma non avrei mai pensato di arrivare dove sono ora. Ho superato, come aspettative, tutto quello che sognavo da bambino. C’è stata felicità, stupore e inconsapevolezza nella mia presenza a Sanremo”. Il cantante bolognese, 41 anni, fidanzato con Martina Maggiore, ha fatto emozionare i fan con molti suoi successi degli anni passati, come ‘Vieni a vedere perché’ e ‘Un giorno migliore’. Senza dimenticare ‘50 Special’ con i Lunapop.
Cremoni, intervistato da Amadeus ha manifestato l’auspicio che si torni negli stadi anche per i concerti. “Se torna la musica negli stadi, si torna a vivere e respirare”.
Cesare è soddisfatto della sua esibizione ad alto tasso di spettacolarità e tecnologia, resa possibile anche grazie al lavoro di squadra dei tanti lavoratori e professionisti: “È stato veramente entusiasmante ricevere da parte di Amadeus, Lucio Presta, Stefano Vicario e tutta la Rai un’accoglienza così straordinaria. Io mi sono riproposto l’idea di creare un grande spettacolo live all’interno dell’Ariston”. Da qui il suo accorato appello relativo all’urgenza di far ripartire il mondo della musica live: “Siamo tutti in attesa di poter incominciare a fare concerti e penso che possa avere una carica molto forte risentire quella energia. Tutto questo anche per trasmettere una necessità strutturale del mondo dello spettacolo e della cultura del nostro Paese. La ripartenza dei concerti deve essere una celere riflessione concreta e molto urgente, altrimenti non possiamo dirci un Paese unito. La priorità è la salute pubblica, ma bisogna comunicare in maniera chiara ad un intero settore che rischia il collasso”.