Per comprendere la crisi, probabilmente irreversibile, del giornalismo italiano è sufficiente leggere le analisi di questi giorni sulla situazione politica. A partire da quelle del Corriere della Sera, il quotidiano più venduto in Italia anche se alle prese con un crollo dei lettori rispetto agli anni passati. Il giornale di Urbano Cairo dà per scontata quella che definisce la “valanga del centrodestra”, destinata a sommergere un centrosinistra più o meno unito. Il grave, per il Corriere, è appunto che questi maledetti elettori sono pronti ad esiliare il bene assoluto rappresentato da Letta e dagli orfani di Sua Mediocrità Mario Draghi.
Un vero dramma per i chierici di regime. Perché loro, sul Corriere e su tutte le testate legate al potere buono ed illuminato (abbondantemente oltre l’80% del totale dell’informazione), ogni giorno hanno provato a spiegare al volgo che Draghi era una Divinità scesa in terra per guidare il popolo, con il sostegno del governo dei Migliori. Certo, c’erano anche i ministri della Lega e di Forza Italia a rovinare il lavoro. Poi, tanto per ribadire il concetto di coerenza, i paria sono diventati i pentapoltronati, una banda di incapaci ed irresponsabili.
Contrordine compagni giornalisti! I ministri ex grillini che hanno seguito l’eroico Di Maio/Di..vano sono belli e competenti. E lo stesso vale per i preparatissimi transfughi di Forza Italia. I chierici di regime sono pronti a giurare che il tunnel tra Ginevra ed il Gran Sasso esiste davvero, come aveva sostenuto la lungimirante Gelmini.
Però questi ottusi italiani non capiscono. E sono pronti ad affidarsi ad un branco di sfigati, incompetenti, impreparati. Sovranisti e putiniani, li definisce Santa Emma Bonino. Che, persa chissà dove con la mente, non si è accorta dell’allineamento meloniano ai voleri di Washington. Tutti atlantisti, ma a Emma l’americana non basta. E non basta ai chierici che la Pina della Garbatella, resasi conto del valore di cognati e compagnia del grande raccordo anulare di Roma, abbia deciso di puntare sui boiardi di Stato. Scegliendo la competenza altrui e rinunciando alle indicazioni politiche. Non un grande sforzo, considerando che la politica di questa destra cambia direzione più di una banderuola.
I chierici, però, non apprezzano. Non che non piaccia il nuovo corso, molto simile a quello delineato dai loro padroni. Ma non piace che a realizzarlo, con il voto popolare, siano quelli che – sui quotidiani ed in tv – sono stati rappresentati come subumani, cattivi, ignoranti ed anche brutti.
Insomma, i chierici indicano il nemico da combattere e gli italiani non solo non lo combattono ma lo votano. Dimostrando, una volta di più, che le menzogne di regime non bastano. E che la credibilità dei media è ormai pari a zero.