Criticare il pessimo Speranza è una dimostrazione di sfiducia nei confronti del governo di cui si fa parte. Perché mina la solidarietà con gli altri partiti della maggioranza. È questa l’accusa che Pd e 5 Poltrone rivolgono al centrodestra, anzi alla Lega visto che Forza Italia è zerbinata di fronte a Draghi. E tanto per dare un esempio di cosa si debba intendere per solidarietà, le sinistre insistono per portare avanti il disegno di legge Zan e lo Ius soli. Cioè i provvedimenti che dovrebbero spingere la Lega a far saltare il banco.
Abbandonando il governo che continuerebbe ad operare con quella che viene definita “maggioranza Ursula”, con Forza Italia, 5 Poltrone e Pd, oltre ai centristi vari. E ricacciando Salvini all’opposizione in una situazione di estrema difficoltà poiché il ruolo è stato lasciato a Giorgia Meloni.

D’altra parte la Lega non può certo accettare due provvedimenti in totale contrasto con le opinioni degli elettori. E non basta che Salvini insista sulla necessità di interventi del governo mirati esclusivamente ad affrontare l’emergenza sanitaria ed economica. Perché, come sempre, i suoi avversari controllano l’informazione e stanno già preparando l’offensiva mediatica, costringendo alla difesa Salvini e Meloni che, nei sondaggi, veleggiano oltre il 40% ma che, in termini di capacità comunicativa, valgono poco più del 5%.
Il risultato è un’oppofinzione sterile ed una presenza in maggioranza con effetti men che modesti. Mentre una sinistra minoritaria nel Paese riesce a far approvare misure che vengono sostenute non dai sudditi ma solo dai clerici dell’oligarchia. Quelle bande di ubbidienti comunicatori, scrittori, conduttori televisivi e radiofonici, giornalisti, attori, emettitori di rumori spacciati per cantanti.
Sua Divinità dimostra indifferenza per tutti questi giochi. De minimis non curat praetor. Lui pensa all’ascesa al Quirinale e, nel frattempo, cerca di barcamenarsi tra i litiganti. Il suo è un altro gioco, legato ai lobbisti statunitensi. Ha varato un programma ambizioso, o probabilmente velleitario, e lascerà che siano i suoi successori a farsi carico di un eventuale fallimento.