“Scusi prof.” la biondina glaucopide. Con gli occhi sempre inquieti, al di sopra della mascherina. “Ma questa Crociata, di cui parla il Tasso, e che esalta, che cosa è stata realmente? Perché in Storia abbiamo studiato cose abbastanza diverse…”
Già, La Gerusalemme, il canto delle armi pietose e il capitano. La liberazione del Santo Sepolcro come simbolo del trionfo delle armi” cristiane”, nel momento in cui la Cattolicità si sentiva minacciata. E assediata: i turchi a Sud e, soprattutto, la Riforma a settentrione.
Vedi, le Crociate sono un fenomeno storico oggi molto discusso. E sovente frainteso. Al di là del Tasso, che lo ha usato come pretesto per parlare di altro. E per fare grande, grandissima poesia. Perché sono diventate un poco il primo esempio di quella che chiamerei la cattiva coscienza dell’Occidente. Volendo, potremmo dire che la revisione storica delle Crociate è stato l’inizio di quella ossessione per il politically correct di cui oggi stiamo vivendo, e pagando, le estreme conseguenze. Con tutti questi idioti che vengono a dirci che Shakespeare, ad esempio, era razzista. E Dante anti-semita….
“E quindi quello che ci insegnano sulle Crociate sarebbe, secondo lei, tutto falso?”.
No. Non tutto. Come non era, però totalmente falso ciò che pensava il Tasso. E con lui gli uomini del suo tempo. Non totalmente falso e non totalmente vero. Come si soleva dire, la verità sta, in fondo, nel mezzo…
I Crociati erano, certo, uomini, diciamo così, avventurosi. Per lo più cadetti di famiglie feudali. Di origine germanica. Franchi, Normanni, ma anche stirpi longobarde e gote, ormai assimilate agli italici. Andavano in cerca di fortuna. Ricchezze, terre soprattutto. In taluni casi un feudo o, addirittura un regno…
“E pure de donne annavano en cerca, eh prof?” il Boro ammicca con aria complice. Sono discorsi fra uomini…
Sì. Della conquista, della preda, insomma del bottino facevano parte anche le donne. E questi erano uomini duri. In sostanza barbari. E non guardavano tanto per il sottile…
” Ndo’ cojo, cojo!” le risate esplodono come fuochi d’artificio. Occhiata disgustata della glaucopide.
Quando si placano, continuo.
Erano degli avventurieri. Certo. Ma non erano solo questo. Avevano… un’etica. L’etica Cavalleresca. Il senso dell’onore. La fedeltà feudale. E, anche, l’ethos dell’amore.
“L’amore prof?” gli occhi nerissimi scintillano. La mascherina, al solito è abbassata “Ma che c’entra l’amore con la Crociata? Non avrebbero dovuto andarci per questioni religiose, fede o giù di lì?”
Scuoto la testa.
Vedi, le motivazioni, allora come oggi, potevano essere le più diverse. Il desiderio di avventura. Il cercare fortuna. Il dover fuggire dalla terra natia perché ci si era cacciati in qualche guaio…
“Come la Legione Straniera, prof? Ho visto un film na volta…”
Sì. Come la Legione. Che, a suo modo, è una sorta di Compagnia di ventura, un mondo a sé stante. Come dovevano essere i Crociati…
“Ma l’amore che c’entra?” chiede la glaucopide
Beh, per restare alla similitudine con la Legione (alla parola “similitudine” lo sguardo del palestrato si fa più vacuo del solito…) se avete visto qualche film, anche quelli in chiave parodistica, come Stanlio ed Ollio.
“A proffe, quelli a me nonno je piacciono un frego… È sempre lì che rompe li co…co’ ste cassette en bianco e nero…” guardo il Boro. Già, potrei quasi essere suo nonno. Quando ho iniziato a insegnare erano pressoché coetanei. Ora…
Tuo nonno ha buon gusto. Dovresti dargli ascolto, invece di stare a rovinarti gli occhi e quel poco di cervello su YouTube, You Porn e affini…
(risate)
Comunque, in quasi tutti questi film, il protagonista si arruola nella Legione per una delusione d’amore…
“e tutti sti Crociati stavano delusi anche loro? Che banda de sfigati…” ignoro la battuta e tiro avanti.
Tutti no, certo. Ma vi erano quelli che andavano anche loro per Amore. E non tanto per una delusione. Quanto per coprirsi di gloria e rendersi degni della Donna amata.
“E per esserne degni dovevano andare a massacrare i musulmani?” la voce si è fatta caustica.
Beh, non è che i musulmani andassero incontro ai crociati con mazzi di margherite…
(Risate…) Comunque la violenza era da entrambe le parti. Come lo spirito Cavalleresco, allora… ma questo è discorso che ci porterebbe fuori strada…
Dicevo dell’amore. Ci sarebbe una storia famosa…
“Ce la racconta prof? A noi le storie romantiche piacciono tanto…” il sorriso della mora provoca un autentico momento di disturbo vagotonico in un paio dei coatti…
Beh, è quella di Jaufré Rudel, il poeta, o meglio il trovatore provenzale. Che si era innamorato perdutamente della bellissima Melisende. Che, però, mai aveva visto. Solo un ritratto su un medaglione.
“Ah proffe… come quelli che oggi se innamorano dei profili su Istagram…” guardo il Boro… e sorrido. Certe volte riesce proprio a sorprendermi.
Proprio così. Comunque, per vederla, si fece Crociato. E dopo mille peripezie, battaglie, arrivò a Tunisi..
” E la incontrò, allora, questa Melisende? ”
Sì. Lei gli andò incontro alle porte della città. Ma lui era giunto gravemente ferito. Riuscì solo a sfiorare la mano della Donna amata, che aveva cantato in tutte le sue liriche, le disse “Signora, io vi amo”. E subito morì.
Si è fatto silenzio. Il Boro vorrebbe fare qualche battuta delle sue, lo vedo. Ma qualcosa gliele ricaccia in gola. La glaucopide, emotiva, ha addirittura gli occhi lucidi. E lucenti. Ai trovatori sarebbe piaciuta…
Suona la campanella. Mi accingo ad uscire. Poi, la mora…
“Scusi prof…”
Dimmi….
“Ci racconterà altre storie come questa?”
Sorrido. E mi infilo la mascherina.