..E meno male che il 2021 sarà l’anno della ripresa. A gennaio il mercato automobilistico dell’Europa Occidentale (UE+EFTA+UK) ha registrato non un calo ma un crollo. Nei 30 mercati nazionali dell’area sono state immatricolate 842.835 autovetture, il 25,7% in meno rispetto al gennaio 2020. La contrazione – sottolinea Gian Primo Quagliano, presidente del Centro studi Promotor – interessa tutti i mercati nazionali dell’area tranne quelli di Svezia e Norvegia.
L’unico aspetto positivo è che continua anche nel gennaio 2021 la forte accelerazione in termini di crescita percentuale delle vendite delle vetture elettriche e ibride plug-in (ibride con la spina per la ricarica delle batterie). Un incremento certamente dovuto ad incentivi molto generosi, ma anche -assicura Quagliano – alla crescente consapevolezza da parte degli automobilisti della necessità di contenere le emissioni di CO2. In valore assoluto gli acquisti di auto elettriche e plug-in non hanno però una consistenza tale da compensare la forte caduta della domanda complessiva. “Ne deriva che per sostenere in maniera significativa il mercato dell’auto è ancora indispensabile adottare incentivi per l’acquisto con rottamazione anche di vetture con alimentazione tradizionale”.

Indubbiamente è finito il tempo in cui la produzione delle vetture rappresentava il principali traino dell’economia complessiva, ma il comparto continua comunque ad avere un peso rilevante sul Pil dei Paesi produttori di vetture finite e della componentistica. E non può essere sostituito dai monopattini prodotti in Asia e venduti in Italia con i bonus.
Ancor meno può reggere di fronte a blocchi della circolazione tra regioni, a chiusure del traffico, all’obbligo di non superare i 20 km orari in aree sempre più vaste delle città. A fronte, peraltro, di un trasporto pubblico inadeguato, insufficiente e che non rappresenta l’ideale mentre il governo sparge terrore sui rischi di assembramenti e mancanza di distanziamento.