“Non abbiamo personaggi di area da mandare su un palco”. È l’alibi per gli assessori culturali di ogni parte d’Italia eletti nelle fila del destracentro. E, in alcuni casi, gli assessori sono in totale buonafede. Anche se dimostrano di non conoscere adeguatamente la situazione complessiva. Diventa, dunque, fondamentale il lavoro che realizzerà l’Arsenale delle idee, guidato da Raffaele Zanon e Manuela Lamberti, per stilare una sorta di “Chi è chi” incentrato sugli esperti di area dei diversi settori.
Perché è francamente inaccettabile che un assessore del centrodestra sostenga di non trovare storici della sua parte politica per affrontare un dibattito sulle foibe. O che un altro abbia difficoltà ad individuare esperti di geopolitica quando, in realtà, si potrebbe organizzare una settimana di studi sulla politica internazionale con un continuo ricambio di relatori della medesima parte politica e con posizioni estremamente diverse sui temi globali.
Ma vale per ogni ambito, dalla musica alla fotografia, dalla danza al teatro. Dunque il problema non è la mancanza di professionalità in ambito culturale bensì della mancanza di una rete e, troppo spesso, della volontà di attingere alle risorse umane disponibili.
Senza dimenticare lo stupido senso di inferiorità nei confronti di manifestazioni organizzate da una sinistra che piazza due nomi di richiamo (e non necessariamente di qualità) affiancati da un esercito di seconde e terze file prive di competenza e professionalità ma che vengono promosse, intervistate, lanciate da una formidabile rete di sostegno.
Lo ricordava Fabio Meloni, creatore di Ideario, la manifestazione culturale/politica che ha ottenuto un grande successo a Cagliari lo scorso autunno: a sinistra gli autori si invitano reciprocamente, si citano, si coinvolgono. Fanno squadra, insomma, con il sostegno partitico. A destra ciascuno si muove per sé, totalmente ignorato dalle strutture politiche che sono terrorizzate dalla cultura di area o che, nel migliore dei casi, la ignorano.