Torino, città dalle mille sfaccettature e curiosità, capitale del Regno Sabaudo e culla di arte e cultura ma anche protagonista della storia industriale e simbolo di innovazione.
Il capoluogo piemontese è stato al centro di molti eventi storici e culturali che tutti conosciamo ma è anche una città piena di piccoli dettagli che sono assolutamente da vedere se si vuole cogliere l’anima della città. Anima fatta di storia, arte, cultura e scaramanzia!
In questo articolo vi illustreremo le 5 curiosità su Torino assolutamente da non perdersi se si soggiorna in questa stupenda città. Se poi amate Torino non potete perdervi il nostro articolo sulle foto più belle di Torino.
toret: la curiosità simbolo di Torino
La prima curiosità su Torino, non è una vera e propria opera d’arte ma uno dei maggiori simboli della città. Per notarli bisogna avere un occhio attento, perché a molti potrebbero sembrare delle normalissime fontane. Quello che sono nella realtà ma con la particolarità da cui deriva proprio il loro nome: la testa di un toro posizionata sopra. “Toret” è un sostantivo del dialetto piemontese che significa, appunto, “toretto” ed è il nome comune con cui queste fontane vengono chiamate dai torinesi. Una curiosità su Torino che la caratterizza anche nelle piccole sfaccettature.

toro di piazza san carlo
Una curiosità su Torino è che è una città molto superstiziosa. Passeggiando sotto i portici di piazza San Carlo bisogna fare attenzione a dove si mettono i piedi.
Sulla pavimentazione, infatti, si può calpestare un toro in bronzo a cui è legata una curiosa leggenda. L’effige fu istallata intorno al 1930 e al centro delle superstizioni sono finiti i testicoli del toro. La leggenda che gira intorno a questa istallazione vuole che porti fortuna pestare i genitali del toro.
C’è chi sostiene che i testicoli vadano calpestati involontariamente e chi ritiene ci sia bisogno di pestarli e fare due giri su se stessi affinché si possa essere baciati dalla fortuna. Quello che è certo è che sono molti i superstiziosi passati di là guardando il solco che si è creato sugli attributi del toro.

il mignolo di colombo
Rimanendo sul tema della scaramanzia, nella centrale Piazza Castello si trova un medaglione di bronzo raffigurante Cristoforo Colombo. Istallazione creata dall’artista Dino Somà e inaugurata nel 1923. La particolarità di questa effige è di avere il dito mignolo in evidenza rispetto agli altri.
La leggenda narra che strofinare il piccolo dito del più celebre esploratore porti molta fortuna. Anche in questo caso, quando ci troviamo dinnanzi all’altorilievo possiamo subito notare come il mignolo appaia molto più lucido rispetto al resto dell’opera. I più persuasi da questa leggenda sono gli studenti universitari, che si affidano alla fortuna del mignolo per poter superare gli esami con il massimo dei voti. Anche questa curiosità sulla città mette in luce il lato superstizioso dei torinesi.

palazzo con il piercing
Tra le particolarità architettoniche più recenti troviamo l’opera creata dall’architetto Corrado Levi in collaborazione con Cliostraat. Il nome originale dell’opera è “Baci Rubati”, nata come istallazione temporanea ma rimasta nel tempo. Ancora oggi è possibile ammirarla passando nella piazzetta di Corpus Domini. Alzando lo sguardo sullo spigolo dell’edificio, all’altezza del quarto piano si incontrerà l’enorme piercing.
I più attenti potranno notare alcune gocce di sangue che sgorgano dal piercing, da un lato sono di colore rosso e dall’altro di colore blu. Secondo alcune teorie il sangue rosso fuoriesce dal lato del piercing che da verso Porta Palazzo, ossia il “lato povero”, invece, il sangue di colore blu sgorga dal lato che dà verso il centro città e ciò verso il “lato della nobiltà”. Che sia solo una teoria o lo scopo dell’artista non c’è dato saperlo.
la fetta di polenta: la strana curiosità torinese
Anche se il nome potrebbe riportarci alla cucina, in questo caso non stiamo parlando di un piatto tipico torinese ma di architettura. Il vero nome è Casa Scaccabarozzi ma meglio conosciuta nel capoluogo come “Fetta di Polenta”. Il palazzo non sorge propriamente nel centro città ma poco fuori, nel quartiere Vanchiglia.
L’ideatore della struttura fu Alessandro Antonelli. Questo progetto fu intrapreso da lui come una scommessa e guardando le dimensioni del palazzo si può percepire la sua unicità. La forma del palazzo è trapezoidale-triangolare e dalle dimensioni molto ridotte circa 16mX5mX54cm. La struttura in realtà prende il nome dalla moglie di Antonelli, Francesca Scaccabarozzi, insieme alla quale l’architetto ha abitato la casa per alcuni anni. Oltre a loro, nessuno voleva abitarci temendo il crollo della struttura dalla forma così anomala. Al giorno d’oggi, invece, è una della curiosità di Torino che vale la pena essere visto.
