Luna Rossa vince la Coppa Prada (messa in palio dallo sponsor che se la riporta a casa) e conquista il diritto a sfidare New Zeland per la America’s Cup di vela. Vela? O aeronautica? È il momento di festeggiare uno dei rari successi azzurri non solo in ambito sportivo, dunque non è importante di quale sport si tratti. E poi, in fondo, il mare ed il cielo hanno molto in comune, a partire dalla terminologia.
Quando l’uomo si è staccato da terra ed ha cominciato la sua avventura aerea, ha utilizzato le stesse parole che usava per descrivere il suo navigare per i mari di tutto il mondo. Ed ancora oggi quella che ospita gli astronauti è una navicella spaziale.

Dunque vedere Luna Rossa che vola al di sopra delle acque, con solo i foil (le appendici) che toccano il mare, rappresenta solo l’ultima delle evoluzioni del mondo della vela. O forse la penultima, poiché pare che la barca neozelandese sia ancora più innovativa. Si vedrà all’inizio di marzo.
Ora è il momento di festeggiare l’equipaggio italiano ma anche gli ingegneri che hanno realizzato l’imbarcazione, o la navicella marina. Poi ci si potrà chiedere se la Coppa America è solo un gioco per miliardari o può avere un ruolo nel cambiamento dell’andar per mare. Un po’ come le conseguenze per la vita terrena quotidiana legate alle sperimentazioni di materiali sulle navicelle spaziali, a partire dal velcro.
Indubbiamente tutto è cambiato, anche a livello umano, rispetto alle prime esperienze di Azzurra in Coppa America. Quando l’equipaggio era composto da velisti e non da 8 “bestie da soma” che producono energia mentre solo 3 sono quelli che portano la barca. Quando l’Aga Khan, che aveva voluto la sfida della barca italiana, conversava con i turisti di Porto Cervo sull’estetica di Azzurra e sulla passione italiana per una gara praticamente sconosciuta. Senza guardie del corpo, senza distanziamenti, senza timori.

Tecnologia esasperata contro tifo di chi nulla sa di vela, ingegneri contro appassionati da spiaggia. In realtà anche Azzurra era stata progettata con tecniche allora d’avanguardia. E per l’equipaggio erano stati scelti alcuni tra i migliori velisti dell’epoca. Ora tutto sembra più asettico, più lontano. E non è soltanto per il luogo di regata. Ma, poi, in tv si vedono i tecnici ed i pochi tifosi ammessi, riunirsi in un grande abbraccio collettivo con l’equipaggio. Con le mascherine (se no le tv avrebbero censurato tutto), ma finalmente in un festoso assembramento che avrà provocato sudori freddi ed indignazione al ministro Speranza.