Da balentes a speranzes. Passando per cacciappu, cacoi. Ma speranzes, dal nome del pessimo ministro della mancata salute, illustra perfettamente il clima di terrore che ha contagiato anche una terra dove il coraggio era una virtù prima che il politicamente corretto facesse i suoi danni forse irreversibili. L’Isola è la prima regione a conquistare la zona bianca, graziosamente concessa da Sua Divinità con il governo dei Migliori.
Ed invece di festeggiare la ritrovata libertà, seppur parziale, si moltiplicano sui social i commenti terrorizzati di chi della libertà non sa che farsene. Di chi non vuole tornare ad avere contatti sociali, di chi preferisce sprofondarsi nel divano invece di uscire per incontrare un amico, un amore.

Gli ex balentes pretendono che gli irresponsabili che vanno al ristorante abbiano un passaporto sanitario con 3 vaccini, 4 tamponi nelle ultime 12 ore, certificato di sana e robusta costituzione, impegno giurato a non abbracciare nessuno e, ovviamente, nessun bacio neppure lanciato con la mano.
In vista della stagione estiva si è già pronti ad accettare i bonifici dei turisti, purché paghino ma senza la pretesa di sbarcare o atterrare in Sardegna. In cambio potranno ricevere una foto dei luoghi che avrebbero voluto visitare. E, naturalmente, bisognerà prevedere adeguate sovvenzioni per chi non accoglierà i turisti. Perché come si può essere sicuri che i vaccini del Continente funzionino? Che i tamponi siano credibili? Meglio star chiusi in casa, in città barricate, in un’Isola che non accetta turisti e neppure operatori economici in arrivo da fuori. E Solinas non faccia il furbo con la zona bianca: vietato aprire, vietato vivere.