Draghi e Romiti. Paginate e paginate dei principali quotidiani hanno reso perfettamente l’idea dei motivi che hanno portato alla scomparsa dei lettori. Si può cominciare con Draghi che, all’incontro con i ciellini (esistono ancora..), ha fatto notare che i redditi di cittadinanza per i giovani renitenti alla vanga non creano sviluppo e non garantiscono il benché minimo futuro ai giovani mantenuti. In pratica le politiche terroristiche di questo governo in relazione al Covid, a partire da quelle scolastiche, stanno togliendo il futuro ai giovani.
E via ad applaudire. Persino il lìder minimo, ossia il principale responsabile del disastro, si è entusiasmato per il discorso di Draghi. Chissà perché, allora, il suo Governo degli Incapaci ha fatto esattamente l’opposto. Ma i media di servizio non hanno fatto caso a questi particolari irrilevanti. Non hanno fatto caso alle misure demenziali previste per la riapertura delle scuole, non hanno fatto caso all’ignobile buffonata degli esami di maturità appena conclusi. Però tutti ad applaudire Draghi che evidenzia ciò che i media hanno nascosto.
Non è andata meglio con Romiti. L’uomo che ha distrutto la Fiat ed arricchito gli Agnelli. Il servilismo dei media ha attribuito a Romiti i meriti tecnici che erano di Ghidella. Romiti, di auto, non ha mai capito una cippa. Era Ghidella quello competente. Romiti ha solo iniziato a preparare l’uscita degli Agnelli dal mondo dei motori. Romiti è stato quello che ha rifiutato l’idea di uno sbarco in Cina prima dei concorrenti. Ma per i media di servizio tutto ciò non conta. Hanno trasformato un finanziere in industriale, magari anche in un designer. Chi erano Giugiaro, Pininfarina, Bertone a fronte di un maestro dello stile automobilistico come Romiti?
Sull’uomo si può dire tutto ed il contrario di tutto. Ma sull’informazione italiana si può dire solo una cosa: meglio chiudere per manifesta incapacità.