Da Stéphanie Frappart a Kateryna Monzul: il calcio maschile sta puntando sempre di più su arbitri donna, organizzando le designazioni con criteri meritocratici. Un passo avanti che però non dovrebbe sorprendere più di tanto.
Stéphanie Frappart: la prima donna ad arbitrare in Champions League
A dicembre 2020 Stéphanie Frappart ha arbitrato la partita tra Juventus e Dynamo Kyïv, entrando nella storia come la prima donna a dirigere una partita di Champions League.
Frappart aveva attirato già molta attenzione nel 2019, arbitrando la gara di Supercoppa UEFA a Istanbul. Nonostante ciò, la sua presenza in Champions League fece comunque molto scalpore.
Uno scalpore ingiustificato per la UEFA, la cui scelta in favore di Stéphanie Frappart fu normale amministrazione, essendo stata effettuata appunto per merito. Riportiamo infatti le parole di Roberto Rosetti, capo designatore UEFA.
«Le designazioni vengono fatte per merito e queste donne meritano grandi elogi per il duro lavoro e la dedizione che le hanno portate a questo livello. La presenza di direttrici di gara nelle competizioni maschili non deve più sorprendere. Negli ultimi anni, la UEFA ha lavorato molto per far crescere allo stesso modo gli arbitri europei di entrambi i sessi. Quello che vediamo oggi è la prova che il nostro approccio funziona».
Sempre di più le donne arbitro nel mondo calcistico
Tuttavia, Stéphanie non è l’unica donna ad arbitrare nel calcio maschile.
Come lei, quest’anno l’ucraina Kateryna Monzul ha arbitrato sia in UEFA Nations League che nella fase a gironi della UEFA Europa League, facendosi poi affiancare in un’altra partita da due assistenti di sesso femminile: Oleksandra Ardasheva e Maryna Striletska.
Oltre agli arbitri, sempre più assistenti donne acquisiscono esperienza nel calcio maschile di più alto livello. Troviamo per esempio:
- La greca Chrysoula Kourompylia , che viene designata regolarmente per le partite UEFA maschili dal 2014/15;
- L’inglese Sian Maassey-Ellis, assistente in Europa League e Nations League dal 2019;
- La spagnola Guadalupe Porras Ayuso, che ne ha seguito le orme in questa stagione;
- La tedesca Bibiana Steinhaus, che si è ritirata quest’anno dopo una carriera in Bundesliga; oggi lavora regolarmente in sala VAR in Champions League ed è stata assistente nelle ultime partite della fase a gironi.
La UEFA punta sulle donne arbitro
Dal 2013, i corsi estivi e invernali per arbitri organizzati dalla UEFA ospitano sempre più donne. I corsi prevedono prove atletiche, formazione e sedute pratiche per consolidare la preparazione. Sono grandi progressi, che però dovrebbero essere considerati la normalità.
Rossetti spiega ancora:
“Siamo contenti della risposta dei migliori arbitri, sia uomini che donne, a questa sfida. Si preparano da grandi professionisti e curano al massimo la condizione fisica e la salute. Negli anni, con il nostro aiuto, sono arrivati ad avere prestazioni simili a quelle dei giocatori. Siamo molto orgogliosi di loro”.
L’effettiva integrazione delle donne e l’assoluta parità nell’arbitrato internazionale sarà ancora un processo forse lungo, ma che, per fortuna, dall’interno sembra vissuto come la normalità. Speriamo che sia solo chi sta al di fuori delle partite e le guarda comodamente da casa a doversi abituare a questo cambiamento.
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