Nell’inchiesta della procura di Milano su presunti concorsi truccati all’università di Milano, e in altri atenei sparsi un po’ per tutta la penisola, oltre ai ben noti virologi Massimo Galli e Massimo Andreoni, che per mesi sono stati intervistati da tutte le emittenti televisive in merito all’epidemia di Covid, è finito anche Giovanni Di Perri, noto infettivologo dell’ospedale Amedeo di Savoia di Torino, nonché da oltre vent’anni direttore del Dipartimento Clinico di Malattie Infettive dell’Università del capoluogo piemontese.
Di Perri è accusato di falso ideologico in relazione a un concorso bandito dalla Università di Torino per un posto di professore universitario di seconda fascia presso il dipartimento di Scienze mediche. L’accusa sostiene che il professore torinese avrebbe redatto il verbale del concorso senza che la commissione giudicatrice si fosse riunita. Un’accusa dalla quale il primario si difende affermando: «Si trattava di una valutazione non competitiva ed io ero sede ospitante e non ho fatto parte della commissione. Non ho ancora letto le carte ma sono sereno». Non è chiaro, infatti, come la vicenda possa essere inserita nell’indagine della Procura di Milano che riguarda presunte irregolarità di tutt’altra natura.
La notizia ha scosso gli ambienti sanitari piemontesi nei quali Di Perri si è particolarmente distinto nel corso degli ultimi mesi, per essere stato in prima linea nella lotta contro la pandemia.
E sin da subito, negli stessi ambienti, è circolata una voce solo sussurrata ma ripetuta da mille bocche, più o meno ben informate. In molti si sono ricordati di come di recente Di Perri avesse pesantemente e pubblicamente attaccato la giunta regionale di sinistra presieduta da Mercedes Bresso fino al 2010, per aver dirottato dei fondi destinati all’ospedale Amedeo di Savoia su un parco fluviale. Una vicenda ormai lontana nel tempo che però la sinistra torinese, specie nel periodo preelettorale, non ha affatto gradito che venisse dissepolta dalla polvere che si era accumulata su di essa. Insomma: secondo quella che potrebbe essere soltanto una malignità, qualcuno avrebbe voluto fargliela pagare.
Come si dice in questi casi? “A pensar male si fa peccato, però…”