Era l’11 agosto quando la Russia ha annunciato il lancio di Sputnik V, il suo candidato vaccino a base di adenovirus prodotto in Russia contro il COVID-19. Oggi, già 37 Paesi hanno riconosciuto l’efficacia del vaccino russo e lo stanno utilizzando. Dal vaccine day dello scorso 25 febbraio, anche la Repubblica di San Marino.
Il vero momento di svolta, però, è arrivato ieri, lunedì 1 marzo. In questa occasione è iniziata la campagna vaccinale vera e propria sul territorio di San Marino destinata al personale sanitario e alla popolazione. Tanti anziani, oltre che medici ed infermieri, sono stati vaccinati. Anche i primi frontalieri residenti in Italia ma impiegati in ambito sanitario a San Marino.
Ultimo Stato sul suolo europeo a dare inizio alla campagna vaccinale. Secondo (dopo l’Ungheria) ad utilizzare il siero russo. Ciò nonostante, la Repubblica di San Marino prevede di riuscire a recuperare, nell’arco delle prossime tre settimane, la fornitura di vaccino che non ha ricevuto dall’Italia.
Perchè San Marino ha deciso di usare il vaccino Sputnik
Innanzitutto, riviste scientifiche internazionali molto accreditate, in particolare The Lancet, e l’istituto Spallanzani di Roma hanno confermato la bontà del vaccino Sputnik. Sicuramente, una lancia a favore del vaccino Sputnik è stata spezzata dalle difficoltà di approvvigionamento del vaccino dall’Italia.
L’11 gennaio scorso, San Marino e il Ministero della Salute della Repubblica italiana avevano siglato un protocollo d’intesa di mututa collaborazione. In base a questo accordo, l’Italia si impegnava a fornire al governo sammarinese l’accesso a proprie dosi di vaccini anti-COVID, già approvati dall’EMA e acquistati con l’aiuto dell’Unione europea. In questo modo, assicurando alla popolazione sammarinese la necessaria copertura vaccinale attraverso un ciclo iniziale completo. La fornitura avrebbe dovuto avvenire, per ciascun vaccino, nella proporzione massima di uno ogni 1700 dosi di vaccino acquistati dall’Italia. Fino alla copertura effettiva del 70 % della popolazione.
Questo è l’accordo. Ma le scorte non sono ancora arrivate. San Marino il 16 gennaio scorso aveva siglato un protocollo con l’Italia per la fornitura di vaccini già approvati dall’Ema. Ogni 1.700 dosi arrivate in Italia, una doveva essere inviata a San Marino fino ad un massimo di 50.000 dosi. Ma, ad oggi, nessun vaccino è ancora mai arrivato dalle parti di Monte Titano.
Il ritardo che, evidentemente, non è imputabile né alla Repubblica italiana, né alla Repubblica di San Marino, potrebbe essere invece dovuto alla burocrazia e ai problemi di tipo amministrativo. Soprattutto nel momento in cui le pratiche sono arrivate alle case farmaceutiche. Ritardo che ha preoccupato la Serenissima Repubblica di San Marino. Che, in questo frangente, serenissima non era affatto. Di conseguenza, le autorità locali hanno pensato di prendere contatti con la Russia.
La fase di contrattazione tra San Marino e la Russia per il vaccino Sputnik
Roberto Ciavatta, segretario di Stato alla sanità, spiega come San Marino abbia preso contatto con il corpo diplomatico e con la rappresentanza della Federazione russa all’interno del Consiglio d’europa.
“Siamo stati messi in contatto, poi, con la RDF (Fondazione Governativa Russa) che gestisce, per conto del Governo, la commercializzazione del vaccino Sputnik. Questa ha fornito tutta la documentazione nel momento in cui sono stati sottoscritti i contratti.
Ci sono autorizzazioni di enti certificatori di un numero molto importante di Stati. In seguito, abbiamo approfondito tutte le questioni relative alla sicurezza e a i dati relativamente ai test e alla sicurezza del vaccino. In un paio di settimane abbiamo sottoscritto il contratto e poi ottenuto le dosi. Il costo del vaccino Sputnik è di poco al di sotto dei 10 dollari.”
La prima fornitura di 7.500 dosi del vaccino russo anti-Covid Sputnik V è arrivata negli scorsi giorni all’ospedale di Stato di Cailungo. Ad annunciarlo è stata l’ambasciata russa in Italia. L’accordo tra il governo della Repubblica di San Marino e il Russian Direct Investment Fund è un’altra testimonianza della cooperazione tradizionalmente solida e costruttiva tra i due Paesi.
La campagna vaccinale Sputkin a San Marino
In occasione del Vax-day, il vaccino, acquistato dal Governo della Repubblica grazie a un protocollo stipulato con un ente certificatore russo, l’Istituto Nazionale Nikolai Gamaleya di Mosca, è stato somministrato a 25 operatori sanitari, fra medici, infermieri, personale socio-sanitario, tecnici e farmacisti.
La campagna vaccinale avviata da ieri, 1 marzo, prevede, come in Italia, corsie preferenziali per la somministrazione del vaccino. In primis, la somministrazione riguarderà tutto il personale sanitario, che entro mercoledì prossimo dovrebbe essere tutto immunizzato. Poi, si inizierà con gli ospiti delle RSA, i soggetti fragili (con pluripatologie), e i sammarinesi over 75, che dal 26 febbraio hanno potuto prenotare la propria vaccinazione. In secundis, le persone tra i 60 e i 74 anni, le forze dell’ordine, gli insegnanti, fino alla popolazione normale.
Tuttavia, la fornitura di dosi del vaccino russo arrivata a inizio settimana scorsa basterà a coprire solo il 15% della popolazione di San Marino. In base agli accordi con l’Italia le autorità sammarinesi sono in attesa delle dosi di Pfizer promesse dalla Penisola, che dovrebbero arrivare dalla prossima settimana.
Il vaccino Sputnik visto dal resto d’Italia
Lo scorso giovedì 25 febbraio, durante il «vaccine day» migliaia di telefonate hanno preso d’assalto i centralini dell’Istituto Superiore di Sanità di San Marino. Migliaia le telefonate ricevute dall’Italia, ma anche dalla Svizzera. Mille le persone che sono riuscite a prenotarsi per la prima e la seconda iniezione.