La vicenda dello smemorato di Collegno, noto anche come caso Bruneri-Canella, è un famoso caso giudiziario e mediatico che affascinò l’Italia tra il 1927 e il 1931, riguardante un individuo affetto da amnesia ricoverato presso il manicomio di Collegno (Torino). Indubbiamente un caso giudiziario lungo e complesso che malgrado cinque processi (5 anni d’indagini, 142 deposizioni, 14 perizie) lascia ancor oggi molti interrogativi irrisolti.
In un evento, organizzato dal Vice Commissario Roberto Dosio della Polizia Municipale di Collegno, inserito all’interno della manifestazione denominata “Fòl Fest” organizzata dal Comune di Collegno, il 23 giugno a partire dalle ore 10.00, presso la struttura “Lavanderia a Vapore” sita in C.so Pastrengo 51, si terrà la tavola rotonda dal titolo “DAL CASO DELLO SCONOSCIUTO DI COLLEGNO ALLA PSEUDO IDENTITA’ E ANALISI DEI PERCORSI VALUTATIVI”. L’evento si avvale della collaborazione del Dipartimento Inter aziendale di Salute Mentale dell’ASL TO3 – AOU San Luigi Gonzaga, del Centro Esperto Regionale Servizio IESA ASLTO3, dell’Università degli Studi di Torino, dell’ARCI Valle Susa Pinerolo, delle Cooperative Il Margine e Progest, l’IIS ‘Curie-Levi’.
Una manifestazione interamente dedicata alla salute mentale, nel nome dell’inclusione e della cittadinanza attiva. Il tema trattato nell’incontro sarà di carattere storico e giuridico: si partirà dal racconto ed analisi della nota vicenda dello smemorato di Collegno per intraprendere un percorso di interventi incentrati sulle tecniche e sulla giurisprudenza che si sono susseguite da quella vicenda in ambito processuale. Suggerimenti che aiuteranno a identificare, persone che, per fragilità psichiatriche, si allontanano dalla famiglia e fanno perdere le proprie tracce.
Nella XXVI relazione, del Commissario Straordinario del Governo per le persone scomparse, che prende in esame il periodo dal 1 gennaio al 30 novembre 2021 risultavano, in merito agli individui con possibili disturbi psicologici: 528 denunce di cittadini italiani maggiorenni (di cui ancora 59 da ritrovare) 142 denunce di cittadini stranieri maggiorenni (di cui 21 da ritrovare) mentre i minori italiani risultavano essere 39 (di cui 6 da ritrovare) e quelli stranieri risultavano essere 8 (di cui 3 da ritrovare).
Dati che indicano la criticità del fenomeno e mettono in evidenza il rapporto che intercorre a volte tra la fragilità mentale e la scomparsa delle persone. Spesso le sole impronte digitali o le comparazione dei DNA permettono di dare un nome alle tante persone che non sono in grado di dare risposte, su chi sono o ai tanti cadaveri sconosciuti che ogni anno vengono ritrovati permettendo alle famiglie che li attendono di avere delle risposte in merito ai propri cari.
All’incontro interverranno come relatori: il Dott. Milo Julini – Studioso di True Crime – autore del volume “Indagine sullo smemorato di Collegno” (2004); il Professore Guglielmo Gulotta – Avvocato, Psicologo, già Professore Ordinario di Psicologia Giuridica presso l’Università di Torino – “Il caso di Collegno: l’origine della psicologia forense”; il Dott. Giancarlo Di Vella – Professore ordinario di medicina legale e Direttore dell’Istituto di Medicina Legale dell’Università degli studi di Torino – “L’Identificazione personalmente : procedure e protocolli”; la Dott.ssa Rossella Salvati – Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Torino – “L’attendibilità della prova scientifica nell’identificazione dello sconosciuto secondo la giurisprudenza”; Caterina Migliazza – Presidentessa dell’associazione “Cercando Fabrizio e…” onlus – “Frammenti di vita dedicati alla memoria. Confidenze da una madre ad un figlio scomparso”. Modererà l’incontro il Dott. Emiliano Bezzon – giornalista e scrittore.
La prova del Dna, eseguita nel luglio 2014 dalla genetista Marina Baldi e pubblicata durante la famosa trasmissione di RAI 3 Chi l’ha visto ha risolto la questione dal punto di vista scientifico. L’esame infatti non conferma che si trattasse di Canella. Doveva dunque essere Bruneri. Il mistero di chi fosse veramente lo smemorato, non ha mai potuto essere sciolto in maniera definitiva se non, evidentemente , da una battuta dello stesso Pirandello: «Io sono colui che mi si crede».