Dalla società liquida alla politica fluida è solo un passo. Il centrodestra civico torinese non aveva ancora finito di festeggiare per aver imbarcato un partitino di residuati bellici della sinistra (piddini, chiampariniani, boninici, calendaristi, renziani e renzisti, madamisti che a Torino è una riproposizione storica) che subito è arrivata la controffensiva. Ed alcuni dei rari imprenditori di centrodestra – ne esistono nonostante l’Unione industriale – hanno fatto sapere di essere scettici sulla candidatura di Damilano e di preferire Lo Russo.
D’altronde se Nigra – uno dei sinistri diventato alleato di Lega e Fdi – può sostenere che Damilano sarebbe stato un perfetto candidato del centrosinistra, diventa comprensibile che ci sia chi compie il passaggio inverso.
Con programmi inesistenti o, comunque, “fluidi”, con la assoluta mancanza di proposte conseguenti ad una visione non solo condominiale della città, è inevitabile che destra e sinistra si mescolino, si confondano, si aggreghino in modo diverso. Ed a quel punto conta la capacità di attrazione del singolo candidato. Nel centrodestra hanno puntato su Damilano nella convinzione che la totale mancanza di empatia di Lo Russo sarebbe stato l’elemento determinante per la sconfitta della sinistra.
Evidentemente non basta, almeno per ora. Se i pochi veri industriali subalpini che avevano rifiutato di far parte prima del Sistema Torino e poi del Sottosistema, si dichiarano delusi dei primi incontri con Damilano, qualche problema deve esserci. Se l’attenta regia del notaio Ganelli per far accettare Lo Russo, anche a chi lo considera odioso, sta funzionando significa che i grandi strateghi del centrodestra stanno di nuovo sbagliando tutto.
Una strategia basata sull’allargamento a sinistra per ampliare il potenziale bacino elettorale. Ignorando la destra che, secondo i guru, voterà comunque per Damilano per evitare una nuova giunta piddina sostenuta dai pentapoltronati dell’assessore all’Immobilità Maria Lapietra. Il rischio è che la destra si limiti ad osservare uno scontro tra candidati da cui non si sente rappresentata. Con la scelta di astenersi che farebbe perdere una coalizione troppo confusa e priva di ogni attenzione per quelli che sono gli azionisti di riferimento dell’intero raggruppamento.
2 commenti
Dopo l’inutile ed incapace APPENDINO, adesso ci vorrebbe un sindaco che sappia dare vita al rilancio dell’economia Torinese
Damilano NON è di Torino, NON ha mai fatto politica, NON conosce Torino e i partiti di Torino, NON ha un programma… (guardate il sito internet???????????) … pur essendo di destra…. come faccio a votarlo? per adesso ha parlato solo di monorotaia, fantomatici giapponesi intenzionati ad investire e pista da sci al dora….
per favore………