Non è mai facile conciliare domanda ed offerta di lavoro. Ma una ricerca della Chambre Valdôtaine sul turismo in Valle d’Aosta evidenzia che, troppo spesso, la ricerca del personale si trasforma in un dialogo tra sordi. Gli esercenti sostengono di non trovare manodopera poiché i giovani non accettano gli orari legati alle attività turistiche. I giovani replicano assicurando che gli orari non sono un problema mentre la scelta del posto di lavoro dipende dalla retribuzione, dalla sicurezza dell’occupazione, dalla mansione legata agli studi effettuati (gli intervistati provengono da scuole alberghiere e turistiche), dalla chiarezza nell’indicare subito orari e salario.
Ma se datori di lavoro e potenziali lavoratori parlano linguaggi differenti, è difficile trovare un punto di incontro. Così dalla ricerca emerge che metà degli imprenditori ha aumentato il proprio lavoro in azienda per sopperire alla mancanza di personale mentre solo il 17% ha aumentato le paghe per trovare giovani lavoratori. Gli altri hanno preferito ridurre servizi ed offerta al pubblico. Non è mancata, tuttavia, un po’ di autocritica. Un terzo dei datori di lavoro ha ammesso di non essere stato in grado di creare un ambiente di lavoro coeso ed in cui è piacevole operare. Anche in questo caso, però, la percezione dei giovani è diversa e l’empatia del titolare non pare essere un fattore determinante. Con una retribuzione soddisfacente, insomma, si sopportano anche datori di lavoro antipatici e colleghi fastidiosi.
Ovviamente indagini di questo tipo non sono sempre fonti di verità assolute. Perché non tutti rispondono con totale sincerità. Ma che esista una percezione differente del lavoro da parte dei titolari di hotel e ristoranti rispetto ai giovani che escono dalle scuole, è piuttosto evidente. Così come esiste una netta differenza tra l’idea dell’accoglienza turistica da parte degli operatori del settore rispetto alle aspettative della clientela. Diversa l’idea di ospitalità, di qualità, di gentilezza. “Questa località è casa mia e devi pagare anche per respirare”; “Io pago e dunque pretendo che tutti mi trattino come un re, servito e riverito e sempre con il sorriso”.
Mica facile accontentare tutti. “In vacanza voglio divertirmi e, dunque, voglio iniziative e feste giorno e sera”. “In vacanza voglio riposarmi e, dunque, silenzio assoluto e nessuna manifestazione, nessuna festa”. Per fortuna sono arrivati gli atlantisti ad imporre sacrifici e sobrietà. Così si possono evitare inutili spese per inutili vacanze. Tutti chiusi in casa sotto una coperta. Per il momento la risposta del comparto è consistita in un aumento generale dei prezzi. Per le camere, per i ristoranti, per le pizzerie, per i bar, per i negozi di alimentari e abbigliamento.
Così si fa selezione tra la clientela. Arriveranno solo i ricchi. Peccato che in Italia non ci siano abbastanza ricchi per far vivere tutti i ristoranti, le pizzerie e gli hotel. Ma la percezione dei titolari delle attività è diversa, anche in questo caso, rispetto alla percezione della clientela. Che, dovendo pagare di più, avrà pretese maggiori. E saranno i clienti a selezionare i locali. Condannando alla chiusura chi non ha capito il cambiamento.