Se la curva epidemiologica continuerà a salire non ci sarà altra scelta: ecco la data scelta dal governo per rinchiuderci di nuovo tutti in casa
Non sono bastate la tripartizione del Paese in zone e l’assegnazione di colori alle regioni. Nonostante la speranza infusa dall’annuncio dell’efficacia del prototipo del vaccino da parte del colosso farmaceutico Pfizer, in Italia le previsioni per il prossimo mese rimangono nerissime.
Tra poco il governo comincerà a calcare la mano, e questa volta per davvero.
Da una parte i più moderati come Giuseppe Conte, che auspica un abbassamento dei contagi entro brevissimo tempo per evitare di dover varare divieti ancora più stringenti. Dall’altra “radicali” come Speranza, che voglio una stretta totale al più presto.
Sapore di spaccatura, dunque: ma, del resto, siamo abituati.
A rischio le feste natalizie
Non è bastato vedere i festeggiamenti di Pasqua sfumare sotto i nostri occhi: adesso il prossimo candidato alla censura causa covid è proprio il Natale.
Tra forti lamentele e richieste di chiusure anticipate in grado di salvare le festività, c’è anche chi pensa soprattutto a salvare le strutture ospedaliere.
La preoccupazione più forte è quella legata alla situazione di ospedali e terapie intensive, ormai quasi al limite della saturazione. Si spera, naturalmente, in un’inversione di tendenza prima del collasso del settore: eppure i dati sono chiari, anche se i contagiati scendessero a 0, la curva continuerebbe ad aumentare ancora per due settimane.
Al vaglio la valutazione della costruzione di nuovi ospedali covid, pronti ad ospitare il surplus di malati che i nostri pronto soccorso non riescono più a gestire.
Perché il 15 dicembre
“Dobbiamo aspettare gli effetti delle misure. Ci siamo dati un metodo scientifico e non possiamo metterlo in discussione sull’onda dell’emotività” così ha dichiarato il premier Conte in una recente conferenza. E se per il primo ministro è il caso di attendere ancora, per molti altri, invece, è necessario un lockdown totale.
Al momento la percentuale tra tamponi e positivi al momento è al 17,2%, e si prevede ancora una crescita sostanziale nei prossimi giorni. Secondo le stime del governo, il 15 dicembre sarà la data utile per valutare i reali effetti benefici degli ultimi DPCM. Se questi non dovessero presentarsi, spiegano gli esperti, allora saremo costretti a subire un secondo lockdown nazionale, che non terrà conto delle zone rosse, arancioni e gialle.
Retrocessione delle regioni
Nel frattempo l’epidemia sta peggiorando in numerose regioni italiane, che rischiano di retrocedere dalla posizione di “zona gialla”, a quella di “zona arancione”, con conseguente chiusura di diverse attività lavorative. Il ministro della Salute Roberto Speranza firmerà in serata un’ordinanza che prevede il passaggio in zona arancione di cinque Regioni: Abruzzo, Basilicata. Liguria, Toscana e Umbria, mentre la Provincia di Bolzano passerà in area “rossa“. L’ordinanza si basa sui dati forniti dalla cabina di regia, a loro volta estratti tenendo fede ai 21 parametri del governo che stabiliscono le aree a rischio.