Un tempo i telegiornali ne avrebbero parlato in apertura, o quasi, di edizione. E mi immagino l’ineffabile Emilio Fede, ai suoi tempi d’oro, lui, Siciliano sin nel midollo. E per di più appassionato nunzio di catastrofi.Ricordate i servizi da panico sulle temperature estive? E quelli su un qualche periodo piovoso appena un po’ più persistente? Ecco, immrginatevelo ora. Di fronte all’eruzione dell’Etna….
Perché l’Etna è, ormai, in piena attività da oltre due mesi. Il vulcano più attivo al mondo, secondo alcuni esperti. Certo in una fase imponente. E, a tratti, spaventosa. Amici e amiche siciliani mi raccontano che, soprattutto a Catania e dintorni, è tutto una nuvola di ceneri e lapilli che copre le vie, le terrazze, si insinua in casa… E il calore è soffocante in questi ultimi giorni. Le ceneri vulcaniche si mescolano con le sabbie rosse portate dallo scirocco. E si forma una cappa di afa rovente che sembra soffocare ogni alito di vita.E poi la terra trema. E, soprattutto, la notte, si ode il boato che viene dalla “Muntagna”…. Come un rombo. Una voce che viene dalle profondità…

Una voce irata. Avrebbero pensato, e detto, gli uomini di un tempo. Quando vi era la superstizione e non la scienza, affermerà, subito, qualcuno. Con la presunzione e la sicumera dei nostri tempi, convinti di essere tanto progrediti, tanto razionali. Privi, appunto, delle vecchie superstizioni. Poi, vai in piscina, e vedi gente nuda, o quasi, stesa al sole, con la mascherina… E ti viene da ridere. O da piangere.
Anche perché, magari, tu hai letto le Naturales Quaestiones di Seneca, e le opere di Plinio il Vecchio. Ed hai ben presente che di questioni scientifiche, vulcani, terremoti, ne sapevano e capivano molto più di tanti zeloti odierni della Scienza. Per non parlare poi di ibn Sina. Ovvero Avicenna. Che potrebbe tranquillamente dar lezione ai virologi mediatici che pontificano su pandemie, virus, e varianti. E che, certo, avrebbe saputo gestire con molta maggiore saggezza una pestilenza. Una pestilenza vera, intendo…
Comunque, questi antichi uomini di scienza, avrebbero visto oltre il fenomeno meramente fisico dell’eruzione vulcanica. O di quello metereologico dello scirocco portato da settimane da un, insolito e invadente, Anticiclone Africano, che staziona sopra di noi, greve di afa e sabbie… E questo perché non erano scienziati in senso nostro. Erano sapienti. Che è ben altro. E molto di più.
E sapevano leggere oltre le apparenze fisiche dei fenomeni naturali. Perché in questi vedevano manifestarsi delle forze, delle potenze non fisiche. O, se vogliamo ricorrere al linguaggio filosofico, metafisiche. I latini le chiamavano Numina. E l’universo appariva loro come una costante rivelazione numinosa. In cui gli Dei interagivano con gli uomini. E manifestavano il loro… animo. La loro approvazione. La loro collera.
Antiche credenze, certo. E tuttavia… proviamo a pensarci un po’. Quante cose la nostra ragione non riesce a spiegare… Quante certezze scientifiche si sono rivelate, nel tempo, solo credenze e superstizioni. E quanti antichi miti, antiche narrazioni hanno, invece, rivelato conoscenze ben più profonde della Natura. Il libro di Capra, “Il Tao della Fisica”, pur ormai datato, lo spiega con intelligente, e spregiudicata, lucidità.
E non serve ricorrere all’abusato passo dell’Amleto – quello conosciuto anche da chi mai ha letto, e mai leggerà, un testo di Shakespeare – per comprendere, o per lo meno intuire che nel rapporto fra uomini e Natura vi sono molti, troppi nodi ancora da districare. Troppe zone di oscurità…

L’Etna manifesta un’attività Insolita. Di non ordinaria virulenza. E l’afa africana di questi giorni trova pochi precedenti. Un giugno così non lo si vedeva da più di vent’anni. Soprattutto dopo una primavera insolitamente fredda. Coda dell’inverno. Noi ci si fa ben poco caso. Certo ci lamentiamo del caldo. Sbuffiamo, sudiamo… E in Sicilia cenere e lapilli danno assai fastidio… Ma ci siamo abituati, mi dice un’amica, anche se non in queste proporzioni. Non ci fa paura…
Già, le nostre, modernissime paure, sono ben altre. Astratte. Inconsistenti. Ma amplificate, un vero e proprio contagio, dal tamburellante tam tam mediatico. Perché solo di ciò che ci viene, ossessivamente, narrato, imposto, abbiamo paura. E quindi, l’Etna in eruzione ci fa meno effetto del salire su un autobus… Di incrociare per la strada qualcuno privo della divina e salvifica mascherina. Abbiamo paura di ciò che ci racconta Speranza. Delle profezie di Burioni, Galli, Capua…siamo prigionieri in un colossale Truman Show. E non siamo più in grado di vedere il mondo circostante. Di percepire la Natura nelle sue manifestazioni. Non cogliamo, direbbero gli antichi, la collera degli Dei.Quando ce ne renderemo conto, forse, sarà troppo tardi…
2 commenti
uno degli obiettivi degli apprendisti stregoni è la distruzione del mito e di tutto il simbolismo che rappresenta.. per poterlo trasformare in favole per bambini e acquietare i ben pensanti.. ormai il confronto è difficile se non difficilissimo siamo divisi tra chi ama la vita e chi la getta in prestito agli usurai.. e pensare che dentro l’etna ci sia Vulcano mi affascina
E, vista la citazione di quel film, abbiamo anche la colonna sonora da ascoltare in sottofondo per questo tuo pezzo , mentre la tragicommedia si evolve,nella sua completa involuzione.
Il brano di Philip Glass,lo stesso compositore di un altrettanto nota colonna sonora ,la VITA IN QUATTRO CAPITOLI di MISHIMA.