Matteo Del Fante confermato alla guida delle Poste. E il governo aveva chiarito che le nomine avrebbero seguito logiche di competenza e non di partito. Giusto, anzi sacrosanto. I boiardi di stato devono essere efficaci ed efficienti, non presenzialisti alle inutili iniziative dei vari partiti.
E, indubbiamente, Del Fante ha ben meritato al vertice delle Poste. È sufficiente ascoltare i commenti delle tante persone in coda davanti agli uffici postali per rendersene conto. Cosa c’è di più bello e piacevole del restare ore in coda per pagare un bollettino, per spedire una raccomandata, per ritirare un pacco?
Magari sotto la pioggia o sotto il solleone, perché la folla all’interno è eccessiva. Una scelta coraggiosa, quella dell’amministratore delegato. Perché è servita ad uscire dalla psicosi del Covid, a superare i drammi psicologici della carcerazione domiciliare di massa. Le code alle poste imponevano di mettere da parte le paure del contagio. Favorivano la ripresa dei contatti umani, del dialogo tra persone reali.
E per far questo, Del Fante ha avuto la brillante idea di ridurre il personale agli sportelli. Nell’ufficio ci sono 6/7 postazioni per il confronto con il pubblico? E se ne aprono solo 2 o 3, per creare code sempre più lunghe e favorire i rapporti personali.
Bravo! Il coraggio va premiato. E lady Garbatella lo ha fatto. Però, adesso che il terrore per il virus è stato ormai superato, Del Fante può anche degnarsi di rimettere i lavoratori agli sportelli..