Nel recente sgombero del Circolo Futurista di Casalbertone, abbiamo notato un assordante silenzio da parte dei politici del centrodestra. Solo il senatore William De Vecchis, della Lega, ha pubblicamente sostenuto le ragioni degli occupanti (“magrebini impuniti Italiani picchiati, solidarietà alle ragazze e ragazzi del circolo culturale di Casal Bertone” queste le parole precise di un suo tweet sulla vicenda), tentando anche invano di fare da mediatore con le forze di polizia intervenute per effettuare lo sgombero violento del circolo culturale.
Eppure in passato più volte i politici di destra hanno fatto l’occhiolino a diverse formazioni di estrema destra, rivendicando anche privatamente quella fedeltà fascista che ben nascondono in pubblico. Allora perché questo silenzio? La risposta è molto semplice e, purtroppo, disarmante: perché la destra italiana è profondamente antifascista. Sì, come dicevamo prima, in privato indossano camicie nere, fanno saluti romani e in casa conservano busti del Duce. Ma a loro interessa solo questo del Fascismo anzi, peggio ancora, lo ritengono l’essenza dello stesso. Secondo loro basta definirsi camerati per esserlo veramente. Però guai solidarizzare con chi ha occupato un immobile. Come ben sanno coloro che hanno la disgrazia di frequentare gli ambienti della destra italiana, lì in tema di proprietà privata non si scherza: è assolutamente sacra e inviolabile, non sono certo bolscevichi loro. Neppure fascisti però.
Se lorsignori avessero anche studiato la storia del Fascismo e non si fossero semplicemente fermati agli aspetti puramente esteriori dello stesso, oggi folkloristici e fuori tempo massimo, avrebbero saputo cosa diceva riguardo la proprietà privata il programma del PNF: “il Fascismo riconosce la funzione sociale della proprietà privata la quale è, insieme, un diritto e un dovere. Essa è la forma di amministrazione che la Società ha storicamente delegato agli individui per l’incremento del patrimonio stesso”.
Parole certamente rivoluzionarie per l’epoca dato che lo Statuto Albertino, allora in vigore, così declamava: “La proprietà è sacra, inviolabile, intangibile e solo in casi rarissimi ed eccezionali può essere sacrificata”. E se questo vale per la proprietà privata, lo vale ancor di più per quella pubblica. Hanno perciò fatto bene i militanti di Casal Bertone ad occupare quell’immobile di proprietà dell’Inps abbandonato ed inutilizzato da anni. Anche perché non solo lo hanno riaperto ma lo hanno concretamente adibito a funzione sociale, utilizzandolo per tante iniziative a favore del quartiere, soprattutto per le classe sociali meno abbienti.
Ma anche su questo punto sicuramente i fasci de noantri di destra, quelli con la camicia nera sotto il doppiopetto, hanno storto il naso. Come hanno osato questi giovincelli sostituirsi allo Stato? Non sanno forse che Mussolini ha declamato in modo inequivocabile e netto “tutto nello Stato, niente al di fuori dello Stato, nulla contro lo Stato”? In questo caso stranamente hanno studiato e hanno detto una cosa vera. Si sono dimenticati però di un piccolo ma decisivo particolare: Mussolini si riferiva allo Stato Fascista non certo ad uno qualunque.
Siamo certi che prima della presa del potere i fascisti fossero talmente statalisti da andare a braccetto con le forze dell’ordine come sono soliti fare i politici di destra secondo l’antico costume del “toccami tutto ma non la Polizia o i Carabinieri”?
In realtà non è stato assolutamente così, basti pensare a quanto successo il primo agosto del 1922 quando le sinistre proclamarono uno sciopero generale a tempo indeterminato contro il Fascismo. Mentre i borghesi si rinchiudevano in casa per paura che la situazione potesse volgere al peggio, i fascisti si sostituirono a chi incrociava le braccia per garantire e far funzionare i servizi pubblici. E così, dopo solo due giorni, lo sciopero fallì ed il popolo italiano acclamò gli squadristi come salvatori della Patria. Questo per dimostrare che quando lo Stato è latitante e completamente disinteressato del proprio popolo, è non solo necessario ma anzi doveroso intervenire in sua difesa. Ma probabilmente questi sono discorsi troppo complessi per chi è convinto che la Politica sia semplicemente questione di marketing e di selfie da utilizzare soprattutto in campagna elettorale quando tutti si mostrano come leoni pronti a battagliare per gli interessi del popolo.
Ecco perché noi, a differenza dei politicanti di destra, staremo sempre dalla parte di chi, come a Casal Bertone, occupa degli immobili abbandonati per restituirli alla socialità della cittadinanza. Questo è uno dei modi migliori per agire concretamente e riportare la Politica, quella vera, al centro della vita comunitaria. Speriamo perciò che, nonostante questo sgombero, vi siano in futuro altre occupazioni a sfondo sociale. Solo queste possono garantire gli interessi del popolo contro le inefficienze e, soprattutto, le mancanze dello Stato. Spazi di autonomia per chi ha intenzione, e voglia, di riprendere in mano il proprio destino. Chi invece preferisce continuare a sonnecchiare e a sopravvivere nel quotidiano può pure continuare ad occuparsi di elezioni ed amenità varie. Abbiano però almeno la decenza di stare lontani e di non fingersi amici. Il loro lezzo è facilmente riconoscibile a distanza e il tempo delle buone maniere,nei loro confronti, è definitivamente tramontato.