Privata del caviale, la gauche italiana ha scoperto che dove non arriva il New York Times possono arrivare i Ferragnez e gli altri influencer. D’altronde il terrore per il fascismo del giornale progressista yankee è frutto della consueta ignoranza storica e dell’arroganza dei progressisti nordamericani. Quelli della cancel culture. E, su questo piano, gli influencer italiani non sono da meno.
Però, negli Usa, è intervenuta persino l’amministrazione democratica a spiegare che i timori del NYT sono una sciocchezza non condivisa dalla Casa Bianca. Mentre in Italia il Ministero della Verità impedisce qualsiasi critica agli influencer che – secondo il fondamentale parere del Messaggero/Menzognero – saranno in grado di modificare gli equilibri del voto.
Perché, in Italia, i programmi dei vari schieramenti non sono caratterizzati da scontri sui temi rilevanti. Tutti insieme, appassionatamente. Tutti atlantisti, liberisti, tutti al servizio di Biden e della Bce. Ovvio che a Washington non si preoccupino della vittoria di una o dell’altro. Tanto non cambia nulla. Solo la taglia dell’abito da maggiordomo.
Dunque è ovvio che in questa pagliacciata di campagna elettorale i sudditi si facciano influenzare da personaggi come i Ferragnez ed i loro colleghi. Un voto sulla base dell’outfit, un voto per il politico con le flatulenze più sonore, per chi ha il colore più originale sulle unghie. Hanno ragione loro: in qualche modo bisogna pur distinguere un partito dall’altro. E mancando le idee, si ricorre agli espedienti indicati non dagli spin doctor ma dagli influencer. Per ora la destra dispone del genio che ha invitato i giovani a lavorare in cambio di un gelato. Ma gli amici americani provvederanno sicuramente ad inviare qualcuno di meno peggio.
La sinistra, invece, proseguirà con la sua nutrita squadra. Partendo proprio dai Ferragnez e dai loro colleghi plurimilionari. Forse non proprio il destino auspicato da chi scendeva in piazza a scontrarsi con la polizia in nome della lotta contro il globalismo ed ora, per paura della Pina della Garbatella, sfila in piazza con le unghie laccate e le ciabattine consigliate da Chiara Ferragni.