Achille Lauro rappresenterà San Marino all’edizione torinese di Eurovision, il mese prossimo. E subito si sono levate le proteste, sui social, di chi – da destra – contesta la partecipazione di un cantante piuttosto discusso non solo per il suo modo di interpretare i brani ma anche per i suoi atteggiamenti fuori dal palco. Tutto vero, indubbiamente. Come è vero che non sembra il massimo che un Paese venga rappresentato da un cantante di un altro stato, anche quando utilizzano la medesima lingua.
Ma il problema è un altro: i contestatori di Achille Lauro con chi vorrebbero sostituirlo? Quali sono i cantanti di successo usciti dai circuiti televisivi di destra? Quali sono i programmi televisivi di area che fanno concorrenza ai vari talent, da Amici a Tu sí que vales, da Italia’s Got Talent a X Factor ed a tutti gli altri? Quali sono i cantanti di destra di successo portati in tour, anche solo nazionale, dai vari organizzatori di concerti?
Nessuno, come sempre. Non ci sono tour, non ci sono programmi, non ci sono talent. Non ci sono giornali che promuovo eventuali artisti. Perché, ovviamente, ai politici della Garbatella o di via Bellerio non interessa la musica, come non interessa la fotografia, la scultura, il cinema, il teatro. Come non interessa la storia, la filosofia, la geopolitica, l’architettura.
Meglio dedicarsi alle critiche contro un cantante sgradevole piuttosto di lavorare per far emergere qualcuno che piaccia. È molto meno faticoso, meno impegnativo. Così il tempo può essere dedicato a scegliere i candidati sbagliati per le elezioni, i candidati sbagliati per le nomine nelle fondazioni bancarie, i candidati sbagliati per i posti di sottogoverno, per le municipalizzate, per qualsiasi strapuntino.
Si può scommettere che, con questi criteri, gli eventuali cantanti sarebbero stonati, i fotografi realizzerebbero scatti mossi e sfuocati, i registi sbaglierebbero le inquadrature e gli attori resterebbero muti per il terrore. Ma la colpa sarebbe della sinistra radical chic che si è impadronita della cultura.