La fine del trumpismo può far bene alle destre italiane. “Può” non significa che lo farà davvero ma che, semplicemente, offre l’opportunità di superare la sindrome del gregario, o del succhiaruote che però non ha il coraggio di abbandonare la scia neppure nella volata finale. Uscito di scena Trump, sparito Bannon, le destre potrebbero finalmente porsi delle domande sul proprio ruolo, sulla propria visione del mondo, sul presente e sul futuro (il passato no, per evitare infiniti ed inutili litigi su ogni minima diversità di interpretazione di avvenimenti storici).

Però, per far questo, occorrerebbe pensare. Occorrerebbe avere qualcuno che pensi. Perché non bastano gli autoscatti con panino d’ordinanza o le riunioni borgatare per spartire qualche poltrona tra i fedelissimi, con il risultato di assegnare i ruoli strategici agli avversari (chiedere al presidente Cirio, in Piemonte, per informazioni al riguardo).
Ha ragione la sorella della Garbatella quando avverte il pessimo direttore della Busiarda che la destra non sarà mai quella che piace alla sinistra in stile Giannini. Che poi, in realtà, quella destra amata da Giannini non è la destra di plastilina o quella finiana sognata dal Corriere e da Berlusconi, ma piuttosto una destra muta e possibilmente morta.

Però l’alternativa non può consistere in una letterina al quotidiano degli Elkann, con replica dell’odiatore delle destre. Occorre individuare una propria identità, una proposta, una linea. Magari tutto in duplice versione, perché Lega e Fdi restano realtà separate. Giustamente separate. Però attualmente unite dalla mancanza di identità e prospettive strategiche.
Indubbiamente è più facile vivere alla giornata, approfittando degli immancabili errori altrui. Ma non c’è neppure la capacità di sfruttare appieno i disastri di Boccia, De Micheli, Catalfo, Gualtieri. Perché sarebbe faticoso sedersi intorno al tavolo e pensare a cosa si è ed a cosa si vuol essere, quando è molto più facile discettare sul tipo di pasta più adatto a cacio e pepe.
Gli alibi, però, stanno finendo. Trump non c’è più, Marine Le Pen sonnecchia, i conservatori europei non si sa a cosa servano, la censura avanza. Sì, sarebbe il caso di lasciar perdere Nutella e fettuccine e provare a pensare.