In Cile, per le elezioni presidenziali, il candidato della destra, Kast, si è presentato al ballottaggio con il vantaggio acquisito nel primo turno e con una teorica maggioranza sommando i voti degli altri candidati di centrodestra. Risultato? Kast ha perso di 10 punti nonostante la buona affluenza alle urne: i potenziali alleati hanno preferito sostenere Boric a capo di una coalizione di sinistra non particolarmente moderata. Una situazione che potrebbe ripetersi per le presidenziali francesi della prossima primavera.
L’appuntamento settimanale dell’Arsenale delle idee ha infatti affrontato – con dotta introduzione di Gennaro Malgieri – il tema delle rivalità transalpine nell’ambito dei vari schieramenti alternativi alla sinistra. Ed è emersa una realtà non troppo dissimile da quella cilena, con l’unica (ma sostanziale) differenza che in Francia non sarà la sinistra massimalista ad approfittarne bensì il presidente uscente Macron.
La gauche è infatti costretta ad inventarsi una candidatura di mera provocazione, visti i sondaggi pessimi per Mélenchon e disastrosi per Anne Hidalgo sindaco di Parigi. Una sinistra irrilevante a livello popolare ma ancora fortissima a livello culturale e mediatico. Sul fronte opposto le divisioni a destra tra Marine Le Pen e Zemmour potrebbero spingere la neogollista sarkoziana Pécresse al ballottaggio con Macron.
In teoria, sommando i voti delle destre e delle varie correnti neogolliste, Pécresse (che in realtà si chiama Roux ed è la figlia dell’ex braccio destro del finanziere Bolloré impegnato a sostenere pubblicamente Zemmour contro Le Pen) dovrebbe imporsi facilmente contro Macron. Ma la pratica è molto diversa dalla teoria. Ed è abbastanza scontato che l’intellighentia parigina – che non è quella della Francia profonda – si impegnerà nel garantire il sostegno della gauche a Macron mentre non è per nulla scontato che la Francia profonda schierata per Marine Le Pen voglia sostenere una candidata di area liberale.
E anche se – come ricorda correttamente Marco Valle – le differenze tra la destra francese e quella italiana sono abissali, il problema dei rapporti tra destre e centrodestra è analogo in ogni parte del mondo. Perché, in realtà, si tende a mettere insieme ciò che non ha ragioni per stare insieme. Conservatori e rivoluzionari, maggiordomi del più becero sfruttamento con difensori dei lavoratori, atlantisti (finti sovranisti) ed europeisti, tradizionalisti ed anarchici. Funzionava, alla meno peggio, durante gli anni di piombo quando tutto questo mondo era sotto attacco anche fisico da parte di una sinistra violenta e criminale. Non può funzionare oggi quando gli avversari sono Letta, Scanzi, Speranza.