Tutti grandi fotografi con i telefonini e gli smartphone di ultima generazione? Alessandro Amorese, editore di Eclettica, non ne è convinto. E con la collana Diaframmi ha voluto offrire uno spazio per gli scatti di fotografi “veri”, che sanno cos’è una messa a fuoco e la profondità di campo. E che a volte, con le macchine fotografiche affrontano rischi di ogni tipo per immortalare situazioni estreme.
È il caso di Federico Neri e di Fabio Polese. Il primo è l’autore del reportage “Gaza. Al di là del muro”. Le sue immagini raccontano un territorio massacrato, quasi due milioni di persone che vivono imprigionate in una realtà sottoposta a bombardamenti criminali ed indiscriminati. Foto di palazzi sventrati, di case distrutte. E del muro che stringe d’assedio un popolo per isolarlo dal mondo. Poi, però, ci sono le immagini dei bambini. Qualcuno ha il volto sorridente, gli occhi brillano come quelli dei bambini di ogni parte del mondo dove i piccoli possono giocare. Ma le altre foto immortalano sguardi attoniti, pieni di terrore che si trasforma in muta rabbia. Un dolore profondo che non porta alla rassegnazione.
Ci sono i volti e gli occhi dei bambini anche in “Terra sacra e guerriglia”, il reportage di Polese che è stato tra i Karen, popolo dimenticato dai media benché impegnato in una lunghissima guerra contro i soldati birmani che vorrebbero cancellare i Karen dalla faccia della terra. Immagini di guerriglieri orgogliosi di lottare per il proprio popolo e per una terra in cui si sono insediati nel 730 avanti Cristo. In pratica quasi in contemporanea con la nascita di Roma.
Una guerra infinita, eppure gli sguardi sono diversi rispetto a quelli dei bambini di Gaza. I sorrisi più frequenti, la paura e la rabbia lasciano spazio alla speranza, ad una serenità delle mamme che accudiscono i più piccoli. La giungla è sicuramente più accogliente rispetto al carcere immenso di Gaza. Poco importa se non ci sono palazzi ma capanne. La natura lussureggiante è un lusso che il cemento e la sabbia di Gaza non sono in grado di offrire.