Come dice la canzone dei Righeira: L’estate sta finendo… e per il caldo che abbiamo dovuto sopportare non stento a immaginare che a qualcuno sia sfuggito un sospiro di sollievo. Tuttavia, al pensiero della fine delle ferie non è il sollievo che ci coglie. Senza infierire oltre su chi sta per tornare o è già tornato in città avendo terminato il meritato riposo (cambiate articolo se non volete soffrire), mi rivolgo direttamente al popolo dei c.d. settembrini. Coloro i quali sono obbligati, oppure coscientemente scelgono, di fare le ferie a settembre/ottobre. A voi ritardatari propongo come meta la Campania, e più precisamente Napoli. Ecco allora dieci cose da fare in vacanza a Napoli!


Centro storico: via San Biagio dei Librai, via San Gregorio Armeno e via dei Tribunali
Arrivati a Napoli – via mare o via terra – si deve per forza passare per piazza Giuseppe Garibaldi, punto di partenza ideale per raggiungere il centro storico. Il complicato dedalo che si trova al centro di Napoli, e che offre scorci caratteristici, è formato da tantissime strade, strette, su cui il sole picchia forte e che vedono tesi da lato a lato i famosi fili con i panni stesi (oramai solo installazioni che colorano l’ambiente e ingannano gli stranieri). Le vie del centro che non si possono assolutamente trascurare (e in cui a dirla tutta è difficile non imbattersi) sono: via dei Tribunali, via San Biagio dei Librai e via San Gregorio Armeno.
Iniziamo con via dei Tribunali nella quale sembrano essersi affollate tutte le pizzerie di Napoli (tra le quali la celebre Sorbillo), e che culmina (o inizia?) in piazza Bellini, dove vale la pena fermarsi per una pausa tutta italiana al Caffè Letterario Intra Moenia. Le altre due vie storiche sono Spaccanapoli aka via San Biagio dei librai – una via che spacca letteralmente la città a metà e il cui suggestivo effetto di spartiacque si può ammirare dall’alto di Castel Sant’Elmo -, e la via dei Presepi aka via San Gregorio Armeno – nella quale sulle bancarelle delle botteghe si affollano le celebri statuine del presepe.

Le chiese: il Duomo, Santa Chiara, San Gregorio Armeno
Non so chi detenga il primato della maggior concentrazione di chiese per metro quadrato in Italia, ma di sicuro Napoli rientra tra le prime cinque! (N.d.R. Ebbene ho controllato, è proprio la città di Napoli a detenere il primato).
Forse in un mese di visite mirate e monotematiche potrebbe essere possibile visionare l’impressionante numero di chiese, chiostri e musei diocesani – ma ahimè le vacanze hanno pur sempre una durata limitata. Detto ciò, trascurando il Duomo (la Cattedrale metropolitana di Santa Maria Assunta), bellissimo, sempre aperto e di strada per il centro, ragione per la quale è impensabile non andare a spiare le sue bellezze, vale la pena di soffermarsi sul complesso di Santa Chiara (sia la chiesa sia il chiostro sia il museo), e ancora sulla chiesa di San Gregorio Armeno – la cui entrata, un po’ nascosta e guardata a vista dalle monache, cela splendidi tesori, tra cui il coro delle monache, a cui si accede dal chiostro. Unica avvertenza per le signore: portatevi uno scialle, le spalle scoperte non sono ammesse!

Cappella Sansevero
La Cappella Sansevero – la cui entrata si trova in via Francesco de Sanctis, in pieno centro storico – è visionabile quasi solo su prenotazione, non è raro infatti che i biglietti siano sold out per tutta la giornata. Si consiglia quindi di prenotare giorno e fascia oraria. Esaurite le indicazioni pratiche, passiamo a quelle tecniche (da profano a profano): mai altrove i vostri occhi vedranno marmi simili.
Sì, ma a Roma… sì ma a Firenze… non si è comunque preparati allo splendore delle sculture contenute in questa Cappella – che già di per sé è un gioiello architettonico. Probabilmente la pagina di Wikipedia o la pagina web – dove è possibile prenotare i biglietti – sapranno essere più specifiche, e ne sapranno dare un esauriente inquadramento storico… ma già dai primi passi dentro la cappella l’istinto ci porta a sospettare di varcare la soglia di un luogo mistico, più che sacro, nel quale sono avvenuti dei miracoli visibili ad occhio nudo (come la rete da pescatore del capolavoro Disinganno).

Museo archeologico di Napoli
Ogni mattina passata ad esplorare il Museo archeologico di Napoli è una mattinata ben spesa. Per vederlo tutto, però, ci vuole sicuramente più di una mattina, ed anche più di un giorno. Le sale sono tante, ma soprattutto è la ricchezza della collezione che mette k.o.. È impensabile ammirare ogni opera con la stessa vivacità ed energia di quelle che si trovano nelle sale al piano terra. Il consiglio è quello di non impuntarsi a voler vedere tutto il museo: se hai a disposizione tre ore sfruttale bene e scegli prima di entrare le sale che desideri vedere. Il museo mette a disposizione un QR code che consente di scaricare la mappa dell’edificio, permettendci così di ponderare la scelta delle opere. Unica raccomandazione: se vuoi visitare il Gabinetto Segreto vai a metterti in coda entro le 13:30 – chiude alle 14:00.

Il Vomero e Castel Sant’Elmo
Se non alloggiate al quartiere Vomero raggiungerlo è comunque semplice. Sono tre, infatti, le fermate della linea 1 che portano al Vomero: Vanvitelli, Quattro Giornate e Medaglie d’oro; a cui si aggiungono la funicolare e i bus. Se alloggi nel centro storico l’arrivo al Vomero potrebbe destabilizzarti un poco. La domanda sorge spontanea: siamo ancora a Napoli? Il traffico rallenta, le strade si allargano, la densità di persone diminuisce e i rumori sono come soffocati. Benvenuti al Vomero: un quartiere signorile ed in stile Liberty in cui si susseguono viali alberati, zone panoramiche, negozi e ristoranti. Dalla fermata della metro – sempre in salita – si arriva al Castel Sant’Elmo, una fortezza medievale che offre una vista capace di dominare tutta Napoli. Consigliatissimo il giro sulle mura del castello che consente di esplorare verso tutte le direzioni i dintorni della città.

Il lungomare e Castel dell’Ovo
Tra le dieci cose da fare a Napoli una passeggiata sul lungomare non si può saltare. Il lungomare colpisce per la sua bellezza, vivacità, ma anche per la sua lunghezza – sono circa tre i km percorribili a piedi. Tra le attrazioni principali, oltre il Maschio Angioino, c’è il Castel dell’Ovo. Il nome si fa risalire – narra la leggenda – alla presenza di un uovo magico nelle fondamenta della fortezza, posto dal poeta Virgilio all’interno di una gabbia nei sotterranei.
Da quell’ovo pendevano tutti li facti e la fortuna dil Castel Marino
Insomma, dall’integrità dell’uovo dipende il destino di tutta Napoli e di tutti i napoletani!

Via Toledo e piazza del Plebiscito
Se non alloggiate nella zona dei Quartieri Spagnoli per visitare piazza del Plebiscito dovrete per forza conoscerli, e percorrere la lunga e spagnoleggiante via Toledo. Per giungere alla destinazione il consiglio è quello di prendere la metropolitana (linea 1). Una delle fermate più comode, che vi permetterà di passeggiare per via Toledo prima di giungere in piazza del Plebiscito, è la fermata Toledo. Essa è stata progettata dal designer spagnolo Óscar Tusquets Blanca e fa parte delle Stazioni dell’arte. Sono ben quindici le fermate che fanno parte di questo complesso artistico. La linea metropolitana della città di Napoli, infatti, permette di godere di opere di arte contemporanea mentre si usufruisce del trasporto pubblico. La fermata Toledo è una delle più caratteristiche – percorrendola si ha la sensazione di ascendere al cielo.
Infine, mi rivolgo a voi amanti delle compere, è il vostro momento! Lungo via Toledo troverete qualunque marchio, dal più conosciuto al più lussuoso al più stravagante e via dicendo, via Toledo è la via dello shopping.

Neapolis sotterrata
Una visita da non perdere è sicuramente quella che vi permette di fare un salto nel tempo e passeggiare per le vie dei greci e dei romani. La visita – come viene ricordato all’inizio del percorso – non è adatta a chi soffre di claustrofobia. Se ve la sentite di entrare però, questa potrebbe essere una delle vostre dieci cose preferite della vacanza a Napoli. Il sito da visitare si trova al di sotto del complesso monumentale di San Lorenzo Maggiore con entrata da Piazza S. Gaetano. La visita è guidata, troverete degli esperti e simpatici giovani studenti di beni culturali che vi esporranno la differenza tra opera romana e opera greca, rinfrescando così i vostri studi di storia dell’arte, mentre passeggierete per il mercato e le botteghe ancora in perfette condizioni.

Il cuoppo, la pizza e i taralli
Tra le dieci cose da fare in vacanza a Napoli un posto d’onore se lo aggiudica una deliziosa occupazione: mangiare. A Napoli si mangia bene, si mangia tanto, si paga poco e tra visite, passeggiate e caldo ci si può permettere qualche pausa extra (per non menzionare il fatto che durante le vacanze il sapore del cibo sembra sempre migliore).
La pizza
Ora partiamo con il pezzo forte: la pizza. Ho la sensazione che oltre il primato della maggiore concentrazione di chiese, la città di Napoli detenga anche il primato della maggior concentrazione di pizzerie d’Italia (d’Europa e del mondo per deduzione). La pizza è buona ovunque in Italia, ma dobbiamo ricordare che la differenza tra la pizza di Napoli e quella che viene fatta altrove non è nell’abilità del pizzaiolo, nella salsa, nella mozzarella, e neanche nella farina… sta tutto nell’acqua. L’acqua (in particolare quella del centro storico) ha delle qualità che – si dice – rendano la pizza unica. La riprova la si ha andando a vedere la fila che si forma ogni sera di fronte all’Antica pizzeria da Michele. Prenotate mi raccomando! La delusione di sentire le parole: è finito l’impasto andate via – non si riesce a mettere per iscritto.
Arriviamo ora al cuoppo:
Cartoccio, di forma conica rivolto a contenere svariate cose, il cuppetiello napoletano in italiano diventa: pacchetto, fagotto, tutte voci che non fanno alcun riferimento, alla forma dell’involucro che invece è espressa dal napoletano cuoppo: involucro di forma conica.
Il cuoppo può essere riempito di verdure, pesce, riso, ma soprattutto pasta! Vi innamorerete delle frittatine di pasta che – bollenti – vi ustioneranno la lingua, mentre vi faranno provare una gioia sconfinata! Da sperimentare sono anche i taralli, molto diversi da quelli pugliesi, ragione per la quale non ha senso fare paragoni. Sono perfetti per una pausa pomeridiana, magari in accompagnamento ad un calice di falanghina.

La sfogliatella riccia, la frolla, la pastiera e il babà
I dolci di Napoli sono inadatti a temperature che superano i 30 gradi. Fatta questa premessa, ovviamente, quale che sia la stagione in cui andate, vale la pena di provarli tutti. Avevamo detto all’inizio dell’articolo che piazza Garibaldi è una zona di passaggio in cui si capita per forza. Ebbene, nei dintorni della piazza si trova L’Antico Forno delle Sfogliatelle Calde Fratelli Attanasio, uno dei più celebri forni della città.
Arrivati di fronte all’edificio dove si trova il forno ciò che colpisce – oltre il profumo – è la mole di gente che si affolla appena fuori l’entrata. Prendete un numero e mettetevi in fila, i ragazzi che ci lavorano sono rapidi ed efficienti, la fila scorre veloce e in un attimo vi ritroverete al banco. Mi raccomando: dite cosa desiderate in modo forte e chiaro e preparate i contanti perché succede tutto in un attimo. Una sfogliatella riccia, una frolla, un pezzo di pastiera e un babà… in questa maniera non dovrete nemmeno preoccuparvi del pranzo tanto vi sentirete sazi e soddisfatti.
In conclusione: dieci cose da fare in vacanza a Napoli
Tanto è stato trascurato in questo articolo. La città di Napoli dovrebbe essere scoperta pezzo per pezzo, in anni e anni di visite e soggiorni. La canonica settimana di vacanza è troppo breve, ma dobbiamo pur accontentarci… A voi settembrini non rimane quindi che convincervi e prenotare, nella speranza di trovare un clima più clemente del passato agosto, sperimentando così queste dieci cose da fare in vacanza a Napoli.