Dunque…. Babbo Natale, o, se preferite, Santa Claus, vive al Polo Nord. O più esattamente, il Polo Nord è la sua Dimora. Gli Esseri fantastici, legati al mito e alle leggende popolari che ne sono derivate, hanno sempre delle Dimore. E queste sono, necessariamente, remote, misteriose. Inaccessibili. Comunque proibite agli umani. Che solo in casi eccezionali vi giungono. Riportando, poi, nel nostro mondo racconti meravigliosi e incredibili. Dei quali si nutrono fiabe e leggende.
Queste Dimore possono trovarsi nella Terra Cava. Dove dicono risieda il Re del Mondo e, forse, il famoso Prete Gianni della nostra tradizione medioevale.. Oppure in valli circondate da Vette altissime. La Shamballah delle tradizioni tibetane. Nel profondo di foreste inesplorate….e, appunto, al Polo.
Al Polo Nord, naturalmente. Perché l’altro Polo, l’Antartide, è tutta un’altra cosa… altre storie. E altri simboli. Leggete il Gordon Pym di E. A. Poe. E, soprattutto, Lovecraft. “Le montagne della follia”. Il profondo e gelido Sud, come luogo di orrori antichissimi. Che nessuno deve osare ridestare…. Miguel Serrano, l’eccentrico viaggiatore e filosofo cileno, ha costruito su questo un fantasmagorico, e allucinato, castello di teorie. Il grande bianco dei ghiacci eterni, laggiù, in Antartide, ispira solo terrore… È il Caos. O meglio le Potenze arcane del Caos perennemente latenti.
In antitesi a tanto orrore, il Polo Nord é luogo di bellezza. E di luce. Non per nulla Apollo vi trascorreva i mesi invernali. Ospite dei leggendari Iperborei. Sui quali si sono sparsi i soliti litri di inchiostro, cercando di identificarli con qualche popolo, o cultura “storica”. Non cogliendo come questi Iperborei rappresentino piuttosto uno stato dell’uomo precedente la caduta. O, restando al mito greco, prima che venissimo scacciati dall’età dell’oro. E precipitassimo sino a questa, cupa, età del ferro. E la Terra degli Iperborei è vicina al Giardino delle Esperidi…
E lì, al Polo Nord, la, recente, tradizione pone le dimore di Santa Claus. Le sue fabbriche di, meravigliosi e magici, “giocattoli”.
Dimore solitarie. Isolate. Anche se, guardando bene, Babbo Natale qualche vicino di casa, dopo tutto, ce l’avrebbe. Che, poi, si frequentino, è un altro paio di maniche.
Una voce vuole che sia vicino di casa della Befana. Voce tutta italica, visto che la Notte dell’Epifania la vecchia Strega (buona) passa praticamente solo da noi e in qualche regione limitrofa. Altrove, l’onere è dei Re Magi.
Comunque, la tradizione vorrebbe che la Befana avesse la sua casa, o antro, in Italia centrale. Ma, nei fumetti Disneyani prodotti da noi, la si vede spesso conversare davanti al camino con Santa Claus, bevendo una tazza di cioccolata calda. Altra licenza. Notoriamente, la vecchia preferisce il vino. Rosso.
Secondo Hollywood, moderna fabbrica di favole, al Polo Nord vi sarebbe un altro residente, ancorché non abituale. Li, tra i ghiacci, si erge infatti la Fortezza della Solitudine. Il ritiro, anzi il Sancta Sanctorum di… Superman. Non mi risulta che i due si siano mai incontrati. Tuttavia è interessante che il Superuomo d’acciaio, la versione tutta americana dell’Oltre Uomo di Nietzsche, venga anch’esso collegato al Polo Nord. Una coscienza, residua, che quel luogo rappresenta Forze positive. Legate all’Ordine Cosmico. Che ci proteggono e difendono…
Ora, Babbo Natale non ha però bisogno alcuno di avere vicini e frequentarli. Il suo mondo Polare è vivacissimo. E animato da esseri straordinari… e lo stesso paesaggio… Pensate. Foreste di abeti natalizi. Selve di bastoncini di zucchero. Pupazzi di Neve allegri e ciarlieri. Orsi Bianchi pacifici che fanno i postini. Renne volanti…. Immaginario infantile, certo. Ma, a ben vedere, la rappresentazione che un bambino può avere dell’Età dell’Oro.
Perché Santa Claus, comunque egli sia e comunque lo si possa identificare, viene indiscutibilmente, proprio da lì. Dall’Età dell’Oro. Ovvero da un altrove ove non esiste dolore. Né tristezza. Né malattia, né morte. E soprattutto non esiste la Paura. I suoi doni, nella Notte incantata tra il 24 e il 25, infondono gioia. Una gioia pura.
E il Polo Nord è, appunto, la dimora della gioia. Di quella di cui noi, ordinariamente, non abbiamo neppure una vaga sensazione.
Verrebbe voglia, anzi mi verrebbe voglia, come ogni anno, di partire. Ma non per località di vacanze, assillate da tamponi, vaccini, Pass e Green Pass… e quindi, in buona sostanza, non vacanze. Non viaggi perché continuiamo a portarci dietro le nostre usuali ossessioni.
No. Partire per il Polo Nord. E magari affittare una baita di legno nel Villaggio di Natale. E trascorrere lì il tempo delle Feste. Solo….o in buona compagnia.
Non male… Considerando che lì, al Polo, il tempo non scorre. Ed è Natale tutto l’anno…