“Dici sempre di essere un (vecchio) dinosauro. Ma, secondo me, è solo una posa. Non ti senti affatto vecchio… E dinosauro, poi… “
Beh, no, gentile amica e una dei miei, pochi, lettori. Non è una posa. Non totalmente, almeno… Certo, quello del vecchio, anagrafe impietosa a parte, non è ancora proprio ruolo che senta mio. Non vado ancora a guardare i cantieri come certi pensionati di mia conoscenza… Sono stato vittima della signora Fornero….e la cosa mi irrita, ma, in fondo non mi fa sentire proprio un catorcio. E poi, con quel demonio di mio figlio… Sono costretto a cercare di stare in forze. Altrimenti… de profundis…

Ma il Dinosauro no. Quello non è una posa. Mi sento davvero tale. Tanto che se dovessi partecipare ad un ballo in maschera – cosa che non faccio da quando andavo alle elementari – sceglierei proprio un costume da Dinosauro. Perché la maschera, celando il volto, rivela, in fondo, chi siamo. Ovvero gli aspetti reconditi di quella che chiamiamo, pomposamente, la nostra personalità. E che è, forse, solo un insieme di maschere sul nulla. Come ci fa sospettare Pirandello….
Comunque io, come Dinosauro, mi ci troverei bene. O come smilodonte, per evocare il sogno di Castaneda . O Orso delle caverne… per altro così mi avevano soprannominato i miei studenti. Per la mia proverbiale gentilezza…
Una specie estinta, comunque. Fuori tempo. Una maschera anacronistica. Ma che mi si addice. Non per alterigia o per miti superomistici. E non è posa. Solo, constatazione della realtà.
Sentirmi un dinosauro è, per me, inevitabile. Ho cominciato a insegnare in una scuola completamente diversa. Dove non si parlava di didattica in astratto. Dove non contavano sopratutto burocrazia e moduli. Dove uno doveva insegnare ciò che sapeva, come lo sapeva. Ma, soprattutto, con ciò che era. E quello che contava davvero era il rapporto diretto con gli allievi.
Ho anche fatto, in un certo qual senso, politica. Quando la politica era passione. Sogni. Ideali… parolona grossa, lo so.. E sempre meno usata…
Non conta parlare di chi avesse ragione, chi torto. Contava l’entusiasmo. Contava lo slancio. Non vi era calcolo meschino. Don Camillo, Peppone, Dario Camoni… Nə ho già scritto. Uomini di ieri . E Dinosauri oggi. Estinti.
E poi sono cresciuto in un mondo dove si sapeva, e sottolineo sapeva, che chi vive, prima o poi, muore. Non mi piaceva e non mi piace. Ma essere uomini, e vivere, implica accettare questo. Con dignità. Altra parola anacronistica, vero?

Insomma, la faccio breve, perché mi rendo conto di essere noioso e pedante. Più del solito. E mi scuso.
E poi, devo andare a cercare la mia maschera da dinosauro. Un Tyrannosaurus preferibilmente. Ma anche un Brontosaurus potrebbe andar bene.
Domani prenderò l’autobus. E andrò a scuola con quella. La trovo molto più confacente di quelle che cercano di impormi.
E poi… è Carnevale, no?