Nel corso delle due ultime settimane sui giornali, ma anche nei bar, negli uffici, nei crocicchi di chi vuol dire la sua sulla situazione politica, ma soprattutto sui social, aleggiava un senso di sospensione, dovuto all’incertezza generata dalla situazione politica: una sostanziale crisi di governo non dichiarata ma nei fatti.
Tutti aspettavano con il fiato sospeso le dichiarazioni del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte al Senato. Dichiarazioni che la gente ha seguito alle 15,00 di martedì neanche fosse una finale di Coppa dei Campioni.
Tuttavia le dichiarazioni hanno deluso i più perché, al di là della pacatezza dei toni usati nel suo intervento, Conte ha speso parole di fuoco contro Matteo Salvini (mai contro la Lega, si badi bene!), ma non ha lasciato intendere quali possano essere gli sbocchi di questa crisi.
L’unica certezza consiste nel fatto che, alla fine della discussione in Senato, il Premier ha rassegnato le sue dimissioni nelle mani del Capo dello Stato. Con quali prospettive nessuno lo sa. Il che, invece di far piazza pulita dei dubbi e delle incertezze che hanno dominato il dibattito politico dei giorni scorsi, le ha invece rinfocolate e rinforzate.
I commentatori hanno perciò continuato a ipotizzare scenari possibili, gli stessi già elencati nel recente passato, senza variazioni.
Se non altro coloro che hanno seguito in televisione le dichiarazioni e di Conte e del dibattito che ne è seguito qualcosa hanno imparato: si sono resi conto, cioè, che il livello culturale e politico/istituzionale degli interventi non si discosta poi così tanto dal quello espresso dai frequentatori dei social. Un livello basso, triviale, poverissimo di contenuti.
Forse la confusione dei giorni scorsi è sopravvissuta anche a Palazzo Madama, e certo non ha contribuito a fare chiarezza la replica dello stesso Conte.
In tal modo le chiacchiere da bar e da social continueranno ad avere gli stessi toni sentiti fino ad oggi.