“I am a Neanderthal man,/ You’re a Neanderthal girl/ Let’s make Neandertal love…”
La vecchia canzonetta rock degli Hotlegs, continua, stamani, a frullarmi nella testa…
Beh era molto popolare nel 1971, e tutti noi ragazzini la ascoltavamo nei mangiadischi…
Senza capirne il senso… ammesso che un qualche senso ce lo avesse.
Però, oggi, i Neanderthal – un tempo ritenuti nostri antenati, ora solo lontano cugini – stanno tornando, prepotentemente, di moda. E non per scoperte archeologiche. Anche se, sembra, che ci sia una generale rivalutazione di questi uomini preistorici. Che, fino a qualche tempo fa, venivano descritti solo come dei bruti, e soprattutto brutti cavernicoli. Mentre, oggi, si tende ad attribuire loro una cultura ben più complessa. Tracce di riti funerari. Che farebbero pensare sia ad un senso di comunità, sia ad una qualche credenza in un mondo… spirituale.
Però la maggioranza degli antropologi e scienziati sostengono che i Neanderthal non sapevano parlare. Non in modo articolato, almeno. Grugnivano, o meglio avrebbero grugnito e fatto segni con le mani. Come, per altro, ancora si può vedere se chiedi a qualcuno indicazioni stradali in qualche paesino sperso sulle Alpi, o sulla Sila, o sull’Appennino…
Dove il buon valligiano ti risponde con parole che a te possono sembrare solo suoni inarticolati. E con una gestualità più o meno vivace. A seconda della latitudine.
Ed è qui che arriviamo al nocciolo del problema. Perché i genetisti ci stanno raccontando che i Neanderthal non si sarebbero veramente estinti. Piuttosto sarebbero stati assorbiti, in certe aree, dai nostri diretti antenati Sapiens.
Ora, se vedete la ricostruzione che ci propinano del volti, e dell’aspetto generale, dei Neanderthal, viene spontanea una osservazione. Questi Sapiens (sottolineo: nostri antenati) dovevano essere proprio di bocca buona per incrociarsi con femmine neanderthaliane. Insomma ‘ndo cojo cojo o, se preferite, un b**o xe un b**o…
Comunque, grazie a questi incroci preistorici, il gene dei Neanderthal circolerebbe ancora. Soprattutto in certe aree e popolazioni.
Ad esempio nel nostro bergamasco. Tra Val Seriana e Val Trompia, o giù di lì. E adesso viene fuori che a questo sarebbe dovuto l’alto numero di decessi un quei luoghi durante la prima fase del COVID. Al gene dei Neanderthal, che renderebbe quelle popolazioni più vulnerabili al virus.
Insomma, non c’entrerebbe nulla la tachipirina e vigile attesa, la latitanza dei medici, l’ossigeno sparato nei polmoni, le sceneggiate con camion militari e lugubri cortei, le notizie fasulle… nessuna colpa di Speranza, Conte, Draghi… Nessuna responsabilità dei Bassetti, Burioni, e altri improvvisati (e prezzolati) esperti.
La colpa è tutta sua. Del Neanderthal. O meglio del Sapiens che, nelle valli, oggi bergamasche, si è messo ad incrociarsi con una femmina neanderthaliana. Dimostrando pessimo gusto estetico. E gettando le basi per questo disastro pandemico.
Ma forse la chiave di tutto sta nel fatto che i Neanderthal non parlavano. Neppure le donne. E questo poteva avere un suo indiscutibile fascino per un marito Sapiens…
Mutismo dei Neanderthal che, secondo gli antropologi, dovrebbe rappresentare il loro inferiore grado evolutivo.
Ma quando ascolto certe affermazioni di scienziati ed esperti… beh, mi sorge il dubbio che i Neanderthal avessero ottime ragioni per non parlare. A vanvera.