Un tema che risponde al titolo di “Bullismo”, pena che da anni colpisce bambini e adolescenti e a cui non si può non dar sempre più voce, con ogni mezzo, in ogni contesto.
Questa volta a raccontarne è la musica, nel più ampio e straordinario progetto degli Ironwill che, sulle note metallare del nuovo concept album “Jonathan’s Journey“, raccontano il viaggio dell’evoluzione dell’anima di un bambino, un poco paffutello – leggasi clinicamente obeso – verso la propria realizzazione spirituale.
Il bullismo, contrariamente al pensiero comune, non conta vittima e carnefice bensì due vittime: l’una, bullizzata, perseguitata, emarginata, fisicamente e psicologicamente, l’altra, sotto mentita spoglia di “bullo”, fa della forza il mezzo per superare la propria condizione di inferiorità.
Dieci canzoni per raccontare un percorso: dalla perdita dell’innocenza fino all’evoluzione ultimata del bimbo nell’uomo maturo.
Jonathan e Ironwill sono l’alterego l’uno dell’altro; l’uno, a soli dodici anni, canzonato per la propria forma fisica, meno filiforme del canone, perseguitato da quelle voci dei suoi coetanei, emarginato; l’altro, Ironwill, il suo riscatto.
Il concept inizia con The Mirror, dove Jonathan, perseguitato dalle canzoncine dei coetanei cade nello specchio. Scorrono i lustri e Ironwill perde ogni contatto con Jonathan smarrendo la via dell’anima trasparente. La sua anima diventa arida nella ricerca di continue conferme.
Il secondo brano Demons on the Floor è la perdita dell’innocenza per sfuggire dal dolore
Negli anni incontra amori sfortunati sempre guidato dal bisogno di essere amato: The Infinity è l’incontro con l’amore.
Ironwill è forza di volontà allo stato puro: costruisce con la costanza i suoi traguardi superando ogni sua aspettativa.
Ironwill crede nei rapporti di amicizia e di amore, ma l’invidia degli altri corrode puntualmente ogni relazione e ogni emozione: Bees and Flies è l’antagonismo tra due specie che volano ma si posano su luoghi diversi, le api sui fiori le mosche sulle merde. Bees and Flies è anche il brano dedicato al concetto che l’uomo è libero solo se ha forti basi di conoscenza sviluppata con lo studio o con la costanza applicata; infatti è un plagio voluto della melodia famosa della causa tra Al Bano e Michael Jackson .
La consapevolezza delle regole della vita inizia a farsi sempre più chiara in Ironwill, il mondo è sintonizzato sulla negatività. Non resta che rafforzare la propria forza interiore. I believe è lo sviluppo del proprio equilibrio con la consapevolezza delle proprie forze come unica risorsa per l’evoluzione.
Il tempo inizia a illuminare il percorso di Ironwill che guardando nella stanza del passato di Jonathan esamina ogni lacrima versata dal bimbo. Time è l’inno alla decisione; percorrere in un minuto una distanza che valga 60 secondi come diceva Kipling nella sua poesia IF.
Nel maremoto dei suoi errori Ironwill ha toccato il fondo dell’inferno; solo la fine oscura è davanti a lui. Ma lungo il baratro la fortuna gli fa incontrare un angelo fatto a persona che lo frena dalla distruzione oramai pianificata. Dal profondo più nero, Ironwill ritrova la rotta del suo viaggio e inizia la fase finale dell’evoluzione. Ironwill è quindi il brano del punto di non ritorno, del giro di boa e della consapevolezza.
La maturità raggiunta da Ironwill deve ora ritrovarsi con la trasparenza e purezza di Jonathan. Il percorso è alla fine, il bimbo esce dallo specchio con il crollo della diga che la vita aveva creato per nascondere alla mente i ricordi dolorosi, ma recidendo inevitabilmente Il cordone ombelicale tra Jonathan e Ironwill. Jonathan e Ironwill si ritrovano per iniziare l’ultima parte del percorso uniti e rinati. The Dam rappresenta quindi il crollo della diga che separava le due anime.Ritrovarsi e riunirsi rappresenta una seconda nascita; forse più importante di quella biologica avvenuta nel passato.
Ne lascio tradotto un estratto.
Ironwill: “Già, ma quando avevamo 12 anni sei sparito senza più darmi notizie… ero sperso senza te. Perchè te ne sei andato?”
Jonathan: “Sono stato imprigionato nello specchio… quei bambini mi inseguivano cantando le loro canzoncine… mi odiavano, mi prendevano in giro, mi picchiavano dicendomi parolacce, mi rubavano i giochi. Quelle bambine mi sfottevano… anche lei ed io l’amavo, ma lei mi sfotteva. Ho guardato nello specchio e ho visto te… poi sono rimasto imprigionato… solo tu avresti potuto liberarmi, l’ho capito solo ora. Perchè non sei venuto?”
I: “Tu mi indicavi la rotta e non mi hai mai reso chiara la via del ritorno; dovevamo morire per liberarci. La diga ci ha separato, il fiume della vita vera è rimasto imbrigliato dietro di essa”
J: “L’unico modo per abbattere la diga era di distruggere le paure, di masticarle insieme alle nostre carni, rosicchiare le ossa delle nostre anime per trovare la vera Rotta, illuminata. Io ti ho fornito il dolore perchè tu potevi combatterlo per me”.
I: “Ma dal mio dolore sanguinavi tu nello specchio… agonizzavi prigioniero soffrendo… non sarebbe stato meglio restare li, in pace e senza soffrire?”
J: “Il rifugio era la prigione; lo specchio mi ha ingoiato e non volevo essere metabolizzato dal male. Volevo essere vomitato fuori per essere libero con te. Io ti mancavo per essere completo.”
Jonathan ed Ironwill si girarono verso lo specchio oramai vuoto dietro le macerie della diga. I ricordi univano le loro anime liberandole verso la rotta di luce, i pensieri si facevano via via più chiari. Le mani si unirono e finalmente divennero Uno. Non c’era più traccia di Jonathan, non c’era più traccia di Ironwill.
Il progetto sarà sempre più ampio, stay tuned…
Spotify: https://open.spotify.com/album/6s5y2pg3mAe9I3oOJY4B71
Youtube: https://www.youtube.com/channel/UCZxQeGQ4ogBd-H0KqMtMb4w
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