Ultimo giorno di trattative nella maggioranza prima di arrivare al voto sulla riforma del Mes. In realtà ci sarà poco da trattare poiché il Movimento 5 Stelle è pronto a rinunciare anche all’ultima bandiera politica pur di continuare a governare. L’abitudine alle poltrone si è rivelata estremamente piacevole. Così, dopo aver ingoiato Tav e Tap, dopo aver dimenticato il “con il Pd mai”, dopo aver ammesso che il reddito di cittadinanza può essere cambiato, ora si può anche approvare il Mes.
Conte non rischia nulla. E se mai qualche pentastellato volesse dimostrare di essere duro e puro, si farà in modo di ottenere il voto di un numero sufficiente di berlusconiani. Cosa non si fa per “senso di responsabilità” e per ringraziare la maggioranza delle leggi per favorire Mediaset..
È per questo che Del Rio ha calcato la mano. I piddini sanno che un eventuale voto anticipato li riconfermerebbe in parlamento. I pentastellati sanno che andrebbero a casa. Dunque, dopo il voto a favore del Mes, sarà la volta degli accordi per le elezioni comunali, con i 5 Stelle in posizione di assoluta debolezza e, quindi, pronti a sostenere i candidati del Pd.
I giochi sono fatti e l’oppofinzione non è invitata a partecipare. Irrilevante, inconsistente. Incapace persino di imporre all’alleato Berlusconi un comportamento coerente da parte della sua rete ammiraglia. Eppure pronta, a parole, a continuare a millantare la voglia di governare, la capacità di imporre una linea, una strategia.
A guidare le danze è sempre il Pd. Che non sa governare, ed i disastri si vedono a partire da De Micheli, ma sa comandare. Impone le scelte agli alleati del Movimento 5 Stelle, ignora la maggioranza del Paese che è schierato con le destre ed il centro, ridicolizza ogni pensiero non conforme, censura tutto ciò che è scomodo per il pensiero unico obbligatorio. E dunque non si preoccupa di qualche dissidente pentastellato. Forse rischia di più per le bizze dei renziani, ma anche i parlamentari di Italia viva leggono i sondaggi e sanno che a loro non conviene andare al voto.
Nel frattempo l’Italia va in rovina. Ma per ingiocatori della politica non è certo un problema prioritario.