Sarebbe l’ultima domenica di Carnevale. Eppure qui, in casa, tutto appare in uno stato di, assoluta, quiete. Una quiete profonda. L’unico suono è il ronfo sommesso di Birbo, il gatto più vecchio. Se ne sta qui, acciambellato accanto a me, sul divano. E dorme. Ogni tanto emette un borbottio, come un vago miagolio. Mi domando, non per la prima volta, cosa stia sognando. Forse, la memoria atavica della specie si risveglia in lui. E rivede le fitte boscaglie ove i suoi avi, selvaggi, andavano a caccia. Nel silenzio.
Anch’io non sono del tutto sveglio. Ma neppure dormo. Quello stato intermedio…le palpebre pesanti, la mente che sembra librarsi fuori dal corpo. E vagare libera.
Un flusso di immagini. Echi. Ricordi. Sogni interrotti. Un mondo onirico intermedio, che non mi è insolito.
“Non sa più nulla, è alto sulle ali /il primo caduto bocconi sulla spiaggia normanna…”
Senza una ragione, sento risuonare queste parole. O meglio, questi versi.
Vittorio Sereni. Il Diario di Algeria. Un capolavoro che non teme confronti con gli “Ossi di seppia” di Montale. E, forse, neppure con l’Ungaretti de “L’allegria”. Ma che, oggi, nessuno più legge, studia, insegna. Quasi nessuno…
“Per questo qualcuno stanotte /mi toccava sulla spalla mormorando/ di pregar per l’Europa /mentre la Nuova Armada /si presentava alle coste di Francia…”
Già… ma che cos’è l’Europa? E quale è, poi, questa Nuova Armada? Gli orizzonti, oggi, appaiono ancora più confusi. Chi difende l’Europa e chi la aggredisce? E l’Europa è quella di Novalis, o un arido, e inutile, Moloch burocratico? Chi sono gli invasori, chi i barbari, quali le bandiere…e, soprattutto, cosa si cela dietro vecchie bandiere?
Scusami, non saprei davvero per chi pregare…e, se è per questo, neppure che Dio pregare.
“Ho risposto nel sonno: è il vento / il vento che fa musiche bizzarre. / Ma se tu fossi davvero/ il primo caduto bocconi sulla spiaggia normanna / prega tu , se lo vuoi, / io sono morto alla guerra e alla pace. /Questa è la musica ora…la mia sola musica e mi basta.”
Morto alla guerra e alla pace… Già, incapace di fare il tifo, non per altro, se non per scettico realismo sulle motivazioni degli uomini.
E poi, morto alle narrazioni dominanti. Alla vulgata. Sordo, ormai, alla turba di voci che propalano notizie…o quelle che vengono spacciate per tali…
Comunque, i Tartari sono finalmente arrivati. In un certo senso, sono felice. Il deserto si è risvegliato da un lungo sonno. E brucia di vita.. Aveva ragione un altro poeta. Kavafis. Quando una civiltà è esausta, fatiscente, corrotta… Quando gli uomini perdono ogni dignità, e si accontentano della mera sopravvivenza biologica, senza più prospettiva e neppure sogni…beh, allora i barbari sono l’unica soluzione…
E poi c’è pur sempre Filippo Tommaso…
Guerra sola igiene del mondo.
E in questa stagione di, malsano e ossessivo, salutismo, un po’ di sana igiene, una sveglia, forse non guasta…