Non è una balena bianca. Assomiglia più ad un tonno, con una prevalenza di venature azzurre. È la strana creatura che potrebbe nascere nel centro della politica italiana. Perché il centrosinistra ed il centrodestra appaiono sempre più retaggi del passato, completamente privi di spinta propositiva. Se n’è accorto persino Berlusconi che non trova più una grande sintonia con i suoi alleati di destra (che massacra quotidianamente con il Tg5) e che guarda con crescente interesse a Renzi e Calenda.

Un tonno centrista, dunque, pronto a dialogare con chiunque vinca, a destra come a sinistra. Perché con la nuova legge elettorale si tornerà ai giochetti di un tempo, alle alleanze a geometria variabile. Ed i centristi si troveranno nella situazione di poter condizionare, o ricattare, chi è schierato alle estreme ma non ha i numeri per governare da solo.
Più facile, in questa fase, un incontro con il PD lettiano. Non solo per i rapporti famigliari tra Enrico e Gianni Letta, ma anche per la disponibilità del PD di accettare qualsiasi compromesso pur di restare al governo. Tutti pronti a dimenticare i tradimenti di Renzi, gli sgarbi di Calenda e, sul fronte opposto, le montagne di insulti rivolti a Berlusconi.
Ovviamente non può durare. Sinistra e destra dovranno darsi una nuova identità, prima o poi. Più facile per il PD che ha scelto di essere il partito anti italiano, a favore dell’invasione incontrollata, al servizio di Washington per non perdere l’abitudine di prendere ordini dall’estero dopo che è finita la dipendenza da Mosca.

Più complicato a destra. La Lega deve decidere cosa vuol essere. Si è scoperta europeista, peccato che invece di guardare al Vecchio Continente abbia preso la cattiva abitudine di guardare a Washington. Come i piddini. E mettendosi al servizio di Sua Divinità ha dimenticato le Pmi, il ceto medio e le culture del territorio.

Quanto a Fdi, ha scritto giustamente Bartolo Collo che le idee di socializzazione ed i riferimenti alla Carta di Verona sono incredibilmente riapparsi nel discorso di Letta dopo che la destra li aveva dimenticati se non rinnegati. Meloni avrebbe un’occasione storica, se avesse il coraggio di liberarsi della zavorra del suo circolo della Garbatella per provare a volare alto. Non come un gabbiano ma come un’aquila. Rivolgendosi ai centri studi, ai gruppi di intellettuali, a chi ha dimostrato di valere nei propri ambiti di attività senza alcun aiuto da un partito che preferisce la mediocrità per evitare la fatica di un confronto ad alto livello.