Dopo i navigator arrivano i 300 super esperti del lìder minimo e del governo degli Incapaci per gestire i miliardi prestati dall’Europa. Nella migliore delle ipotesi potrebbero venire utili per una nuova trasmissione ospitata dalle reti Mediaset: “La bimba di Conte ed il manager” dopo “La pupa e il secchione”. D’altronde il nuovo corso della famiglia Berlusconi prevede il totale sostegno al governo rossogiallo, dunque bisognerà pensare al futuro di quelli che saranno i responsabili dello spreco del Recovery fund.
Magari Pier Silvio troverà una sistemazione anche per i navigator, da Barbara D’Urso o da Maria De Filippi.
Il problema non è il passaggio da scelte politiche a strategie privatistiche. Quella è una deriva ormai nota. Gli interessi degli speculatori, nazionali ed internazionali, prevale su ogni altro aspetto. E considerando la continua crescita del numero di chi vive al di sotto della soglia di povertà, considerando il progressivo impoverimento del ceto medio, forse la strategia andrebbe rivista.
Ma, in questo caso, il problema è la carenza di manager. Non quelli “super”, basterebbero quelli normali. In grado almeno di affrontare la routine. E poi 300, addirittura. Forse gli Incapaci hanno visto il film sugli spartani e si sono montati la testa. Più difficile, considerando il livello, che si siano ricordati di “eran 300, eran giovani e forti”. E, comunque, non finiva bene la Spigolatrice di Sapri..
Questa volta non finirà bene per tutti gli italiani. Costretti ad indebitarsi, e ad impoverirsi, per assistere al mega assalto alla mega mangiatoia.
Perché, se abbondassero i manager italiani tanto bravi e preparati, onesti e lungimiranti, l’economia italiana non sarebbe andata a rotoli. Le aziende italiane non sarebbero state vendute al primo offerente, manco al migliore. Perché l’unica salvezza era vendere, e magari svendere. Mica da oggi. Il “grande manager” ancora oggi esaltato, Vittorio Valletta, era l’uomo che, dopo la morte di Adriano Olivetti, alla guida del comitato di “salvezza” aveva deciso di svendere il comparto elettronico, considerato un “bubbone” senza futuro. Quando si è lungimiranti.. Senza dimenticare il rifiuto di Romiti di sbarcare con la Fiat in Cina, altro mercato privo di prospettive.
Però adesso i super manager abbondano. Forse perché, dopo aver portato alla vendita delle aziende in cui lavoravano, sono stati lasciati a casa dai nuovi padroni che preferiscono dirigenti più competenti. Ed allora si possono riciclare come esperti per la gestione dei miliardi europei. Chi saranno i fortunati? Quelli che hanno mandato in rovina le banche o quelli che han fatto fallire un’industria? Quelli che non sanno gestire i trasporti o quelli che fanno lievitare i costi di qualsiasi infrastruttura? C’è solo l’imbarazzo della scelta.