La guerra si combatte anche sul fronte degli annunci, di Twitter, delle minacce e della propaganda. Ma ora vi è un allarme mondiale in più e sul tavolo arriva l’ipotesi di utilizzo di armi chimiche. Più precisamente ognuno accusa l’altro di volerne fare uso. Secondo la Casa Bianca non è da escludere il rischio che la Russia “usi armi chimiche” in Ucraina. Smentendo le dichiarazioni del ministero degli Esteri russo secondo cui gli Usa stanno sviluppando armi chimiche e biologiche in Ucraina al confine con la Russia, la portavoce della Casa Bianca Jen Psaki ha sottolineato che “tutti dovremmo stare allerta rispetto all’uso di armi chimiche da parte della Russia o aspettarci che Mosca le usi per creare un pretesto, è uno schema chiaro”.
Intanto si punta a intrecciare il conflitto con le armi della diplomazia, nonostante il nulla di fatto nell’incontro fra il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov e il ministro degli Esteri ucraino Dmitry Kuleba a margine del Forum sulla diplomazia ad Antalya, in Turchia. Un faccia a faccia fortemente voluto dal presidente turco Erdogan che tenta il ruolo di mediatore.
Ritorno alla diplomazia che non sarà semplice dopo che la ministra degli Esteri Maria Zakharova ha detto che la Russia è in possesso di documenti che dimostrano che gli Stati Uniti stanno sostenendo attivamente un programma di armi batteriologiche, a base di colera e antrace. Ovviamente dalla Casa Bianca smentiscono seccamente.
Un’Ucraina sconvolta dopo il bombardamento dell’ospedale pediatrico a Mariupol. Zelensky afferma che: “E’ un crimine di guerra, è la prova definitiva che è in corso il genocidio degli ucraini”. Zelensky punta sui corridoi umanitari, ricordando che sono circa 35mila i civili evacuati al giorno e spera che le operazioni di evacuazione possano proseguire, con l’apertura di altri tre corridoi umanitari: da Mariupol, assediata da dieci giorni, da Volnovakha nel sud-est e da Izioum nell’est.
Sempre più lunga la lista delle aziende che lasciano la Russia dopo la guerra in Ucraina, gli ultimi marchi in ordine cronologico sono: le giapponesi Sony e Nintendo, ma anche le birre Carlsberg e Heineken, fino agli scavatori di Caterpillar. A tal fine al Congresso degli Stati Uniti la Camera dei rappresentanti ha adottato un nuovo bilancio che include un’enorme dotazione di quasi 14 miliardi di dollari per la crisi ucraina.