E se le marce indietro non piacessero agli elettori della destra? Se il ruolo di maggiordomi di Biden non li entusiasmasse? Se continuare a rinnegare le proprie origini non favorisse il coinvolgimento? Se rimangiarsi tutte le promesse elettorali non convincesse la propria base? Il partito di Lady Garbatella festeggia, pubblicamente, il trionfo del leghista Fedriga e della coalizione di destracentro in Friuli Venezia Giulia. Ma, in privato, incassa una sonora batosta rispetto al voto di settembre, quando aveva conquistato il 31% ed umiliato la Lega.
Alle regionali di domenica e lunedì, invece, il partito di Salvini torna ad essere il primo partito, seppur di poco. E vanno aggiunti anche i tanti consensi ottenuti dalla lista personale del leghista Fedriga.
Indubbiamente governare non è facile. Più difficile che fare opposizione. Però Fedriga ha governato in Friuli Venezia Giulia ed ha visto aumentare i consensi. Così come Fontana aveva governato in Lombardia ed è stato riconfermato. Certo, le Regioni sono una cosa ed il governo a Roma è tutt’altro. Però qualche domanda dovrebbero farsela, al circolo della Garbatella. E magari dovrebbero provare anche a darsi qualche risposta onesta, invece di limitarsi ad osannare Meloni e la sua cerchia famigliare.
Magari scoprirebbero che il voto di settembre non era stato dato per adeguarsi alla linea di Crosetto e Biden. Per continuare a foraggiare l’Anpi. Per far arrivare in orario gli scafisti. Per far la guerra al ceto medio con lavoro dipendente. Per far concorrenza ai giovani lavoratori italiani importando schiavi da ogni parte del mondo.
Non era un voto per consentire a Meloni di utilizzare i soldi dei contribuenti italiani per mantenere la guerra di Zelensky. Per favorire abbracci e baci tra Meloni e Von der Leyen mentre l’unione europea massacra i piccoli proprietari di casa italiani o mentre ignora le richieste italiane sul futuro dell’auto.
Poi, ovviamente, ci si può nascondere dietro al risultato positivo della coalizione. Dietro al mancato effetto Schlein. Dietro al suicidio politico dei centristi di Calenda e Renzi. Dietro alla scomparsa dei 5 Stelle. Il destracentro vince per manifesta inferiorità degli avversari. Non per la propria forza ma per l’inesistenza di una opposizione. Paradossale che il PD mandi a commentare la disfatta proprio quella Serracchiani che ha rappresentato il punto più basso della politica piddina in Friuli Venezia Giulia. La peggior presidente della storia.
Tutti, dunque, avranno interesse a sminuire i risultati della regione del Nord Est. Un voto locale e nulla più. Perché Crosetto impedirà a Lady Garbatella di cambiare linea. Perché Schlein sarà sicura che la sconfitta è frutto dell’ottusità degli elettori locali che non hanno capito l’importanza di cambiare il nome del Friuli in Friula o in Friul*. Perché Calenda ripeterà che il popolo ignorante non comprende la profondità del programma centrista.
Ed il non voto che supera il 50% non interessa a nessuno. Anzi, tutti sono convinti di poterlo recuperare la prossima volta. Quando potranno presentare programmi decenti a cui, immancabilmente, gli elettori crederanno.