Era un insetto terribile!
Nero e devo dire “brutto”.
Di norma ho un ottimo rapporto sia con gli insetti, sia con gli animaletti vari che mi circondano.
Vivo in campagna ed il campionario è vastissimo.
Ma io li conosco di persona e ci parlo.
Le lucertole le avverto: ”Se entrate in casa fatti vostri! Le mie due gatte non aspettano altro…”.
I ragni ho imparato a raccoglierli rinchiudendoli in un vaso rovesciato sotto il quale infilo un foglio di carta per trasportarli in giardino con un saluto speciale per il fatto che si sa ”il ragno porta guadagno”.
Le cavallette le ospito periodicamente sugli infissi in legno alle finestre, senza chiedere un centesimo di affitto.
Con le api e le vespe in agosto ho un appuntamento fisso con riunioni periodiche presso l’albero di fico. L’accordo è questo. “Io lascio a voi qualche fico mentre mi arrampico tra i rami e mi immergo nel fogliame per la raccolta. Voi però non mi pungete”.
E devo dire che rispettano la parola data molto più di quanto non lo facciano gli umani.
Le farfalline bianche sono la mia passione.
“Farfallina bella bianca
vola vola vola mai si stanca
vola qua vola là
e poi si posa sopra un fiore
e poi si posa sopra un fior” è nel lessico familiare.
La canto mentre così leggere, spensierate, mi svolazzano intorno con messaggio di bellezza e buon augurio.
Mosche e zanzare se ne stanno fuori grazie alle zanzariere, ma quelle che entrano mi hanno insegnato ad amare il loro suono.
In fondo che noiosa sarebbe la vita senza questa musica della natura.
In ogni caso loro possiedono qualcosa che io non ho: la capacità di volare. Chapeau!
Le coccinelle poi, sanno sempre quando è ora di appoggiare e far andare la loro fortuna!
Per le cimici ci è voluto un po’ di tempo per imparare a prenderle con pugno un po’ largo e farle danzare allegramente prima di lanciarle in giardino su qualche pianta di interesse senza sentire il loro sgradevole odore.
Insomma, hanno un nome e un riconoscimento da parte mia tutti gli Esseri che i Buddhisti chiamano senzienti.
Ma quella sera, al ritorno dal lavoro, appoggiato all’interno della zanzariera c’era l’insetto senza nome.
Ricordo vagamente le sue fattezze.
Lungo un po’ meno di un mignolo, nero, ma dal corpo secco, consistente e respingente.
“Chi sei tu?” gli dico un po’ perplessa.
Mi ricordava un qualche eroe dei fumetti. Mandrake!
Ma io “che non sono Mandrake”, dovevo decidere il da farsi.
Mi è venuto istintivo. L’ho fatto appoggiare sulla tenda gialla della finestra, ho aperto la zanzariera e ho spinto la tenda fuori.
Immediatamente, sentito il profumo dell’aria, Mandrake ha spiccato un volo fantastico ad arco verso il cielo.
“Vai Mandrake!” Davvero l’emozione è stata grande e mai provata prima.
Mi è parso di volare con lui.
Poi la scoperta, qualche giorno dopo, per puro caso. Ma esiste nella vita il caso?
L’ho rivista, perché non è un Lui ma una Lei, in un post di facebook.
La lucciola!
L’insetto che illumina le notti estive ha fatto a me, proprio a me, il dono della sua visita diurna. Mai mi ero chiesta dove vanno le lucciole di giorno!
Di notte non ero mai riuscita a vedere se non la loro luce meravigliosa.
E proprio mentre in questo momento un gabbiano sta planando alla mia destra non posso che dare ancora una volta ragione a Selene Calloni Williams quando dice che “il brutto in natura non esiste”.
In attesa che Lucciola mi faccia provare l’ebbrezza del suo volo notturno.