Guardo questo ritratto. Un volto affilato con un naso aquilino. Sguardo grifagno, per rubare le parole a Dante. Occhi di tipo orientale, nerissimi. E capelli lisci, lunghi. Ancora più neri. Bello non è, certo. Nè il pittore ha fatto molti sforzi per renderlo tale. Ma non credo che a lui dovesse importare molto l’aspetto. Però questo profilo, quello sguardo, incutono timore. E inquietudine.
Beh, inevitabile. Perché questo è il ritratto di Dracula.
O meglio di Vlad III Draguleşi, Voivoda di Valacchia e terre limitrofe. Uno dei protagonisti della, complessa e tormenta, storia balcanica del XV secolo. Ancora ricordato in Romania e in molte altre terre di quella regione, come una sorta di eroe nazionale. Perché fu lui a fermare l’avanzata delle, sino allora invincibili, armate di Mehmet II. Il Conquistatore. Il sultano che aveva espugnato Costantinopoli. E lì si era preclamato, con orgoglio, Cesare dei Romani.
Mehmet e Vlad si conoscevano bene. Dai tempi in cui il futuro Voivoda era stato gradito ospite, ovvero ostaggio, alla Corte di Murad II. E Mehmet era solo uno dei figli del Sultano. Mai stati amici però , come invece, ben prima di loro Attila e Ezio. Anzi, sembra si detestassero cordialmente cordialmente.
Comunque Mehmet era alla testa di oltre 120.000 uomini. Voleva la Valacchia. E di lì dilagare in tutta Europa. Ma Vlad, con poco più di trentamila uomini, riuscì a fermarlo.
Dicono che avesse accerchiato e annientato l’intera avanguardia ottomana. Quando Mehmet arrivò con il grosso dell’esercito, scoppiò in lacrime. Di fronte aveva un orrido bosco. Migliaia di uomini impalati. Secondo la leggenda Vlad stava banchettando sotto quei pali. Benvenuto in Valacchia, vecchio amico!
Mehmet indicò ai suoi la via del ritorno.
Vlad III era soprannominato Tepeş. L’impalatore. Perché per il supplizio del palo nutriva una, autentica, predilezione. Non solo contro i turchi o i boiardi ribelli. Il suo concetto di giustizia era abbastanza sommario. E in Valacchia non servivano grandi carceri. Un messo pontificio che visitò il paese alla metà del ‘400, scrisse, con meraviglia, che non vi erano furti, né truffe, né altri reati… Bella forza… Vlad ricorreva sempre e comunque al suo, prediletto, palo. Capirete che il gioco non valeva la candela.
Sanguinario, certo, lo era. Ma non più di tanti altri protagonisti della storia balcanica di quei secoli. Per altro fu acclamato come salvatore dai turchi non solo nelle sue terre, ma un po’ in tutta Europa. Anche a Roma, dallo stesso Papa. Non erano certo epoche e terre per mammolette. Ci volevano uomini. E uomini duri. Vlad lo era.
Poi la sua vita si è confusa con le leggende e i miti sui Non Morti che popolano i Balcani, e anche le terre mediterranee, da epoca antichissima.. Per la sua fama di sanguinario, certo. Ma anche perché non si sa dove sia sepolto davvero. Tombe di Vlad ve ne sono, in verità, anche troppe. Una addirittura in una chiesa di Napoli. Tuttavia, quando i moderni archeologi ne hanno scoperchiato alcune le hanno trovate…vuote.
Questo, in fondo, è bastato a Bram Stoker per fare del Voivoda il vampiro per eccellenza.. Dracula. Commettendo per altro un errore. Perché Drakul, ovvero il Drago, era l’appellativo di Vlad II, suo padre. A dimostrazione della grande fantasia che avevano sui nomi di famiglia… E comunque Drakul indicava l’appartenenza all’Ordine del Drago, sorto sia per fronteggiare gli ottomani, che per combattere l’eresia hussita. Il nostro Vlad III era Draguleşi. Il figlio del Drago.
Comunque Stoker si innestava su una tradizione letteraria già fertile. A partire da “The Vampys” di Polidori. Un amico di Byron. Uno di coloro che parteciparono alla notte terribile sul Lago di Ginevra. Da cui prese spunto anche Mary Shelley per il suo Frankenstein.
E poi c’era la versione femminile del vampiro. Abbastanza attinente alle leggende, dove il vampiro ha spesso l’aspetto di una donna sensuale e affascinante. Come le Lamie della tradizione classica.
Sheridan Le Fanu ne aveva tratto “Carmilla”. Un intreccio di suspense, orrore e erotismo. Perché il vampiro si nutre di sangue. E il sangue è il succo della vita. Ma anche della passione.
Tuttavia con il romanzo di Stoker, Dracula diventa il vampiro per eccellenza. Il Signore della Notte. Il principe delle tenebre. Hollywood ha poi completato l’opera. Con l’indimenticabile maschera di Christopher Lee… E il Nostro storico Vlad è stato totalmente fagocitato dalla leggenda.
Continuo, però, a guardare questo ritratto. Sanguinario, feroce. Però salvò il suo popolo. E forse gran parte dell’Europa. E poi prese il potere in un paese distrutto. Dove si moriva di fame. E ne fece una terra sicura. Dove l’agricoltura era rinata. E i commerci prosperavano. Attraendo mercanti da ogni dove. Sassoni, genovesi, veneziani…
Lui un vampiro? Ovvero una sorta di parassita che continua a non morire succhiando il sangue degli inermi?
Vlad era un vero uomo. Un guerriero e un, autentico, Drago. Non una, viscida, sanguisuga di palude….